Guscio di arachidi e proprietà neuroprotettive
Un estratto a base di guscio di arachidi potrebbe aiutare a contrastare alcune malattie neurodegenerative e la depressione: gli esiti dello studio.
Oltre ad indagare sulle proprietà farmacologiche degli alimenti, la nutraceutica persegue anche uno scopo di ecosostenibilità e lotta agli sprechi occupandosi di individuare nuovi possibili impieghi di bucce, gusci e altri scarti alimentari che altrimenti andrebbero gettati via.
È il caso, per esempio, di uno studio recente che ha indagato sulle potenzialità neuroprotettive di un estratto ricavato dai gusci di arachidi. Parliamo, quindi, di un rifiuto agricolo riconducibile alla produzione industriale di oli utilizzati in gastronomia. E che sembra poter trovare un impiego terapeutico in quanto preziosa fonte di luteolina, un antiossidante che ha manifestato a più riprese degli interessanti effetti virtuosi per l’organismo.
Estratto del guscio di arachidi e benefici sulle cellule neuronali
Un team di ricercatori provenienti dallo Shenzhen Research Institute, in Cina, ha ricavato un estratto etanolico a base di guscio di arachidi arricchito di altri flavonoidi.
“In breve, le arachidi fresche (A. hypogaea) sono state raccolte nell’ottobre 2019 dalla provincia di Shaanxi in Cina. Dopo il lavaggio, l’essiccazione, la sgusciatura e la polverizzazione, 200 g di polvere di guscio di arachidi sono stati sonicati per 30 minuti in 4 litri di etanolo al 70% o acqua, e l’estrazione è stata ripetuta tre volte. I detriti non disciolti sono stati filtrati e centrifugati, seguiti da evaporazione rotante e liofilizzazione per ottenere la polvere di PSE, o l’estratto di acqua”, fanno sapere gli autori.
I ricercatori ne hanno osservato gli effetti sulle cellule neuronali attraverso un approccio in vivo (campione di topi) e in vitro (colture cellulari).
ESITI – Gli studiosi hanno riscontrato diversi benefici a livello neuronale dalla somministrazione di estratto di guscio di arachidi, tra cui:
- una maggiore differenziazione delle cellule neuronali (attraverso le vie PI3K-Akt ed ERK1/2);
- incremento dei neurofilamenti sia a livello di mRNA, sia di proteine;
- influenza su l’escrescenza di neuriti.
“I fitochimici attivi, luteolina, eriodictyol e 5,7-diidrossicromone, sono stati identificati come responsabili delle proprietà neurotrofiche”, precisano gli autori.
In conclusione, questo prodotto riciclato potrebbe essere ulteriormente sviluppato per prevenire e gestire i sintomi delle malattie neurodegenerative associate all’insufficienza di neurotrofine come, per esempio, il morbo di Alzheimer e la depressione.
FONTE: Journal of Functional Foods

Lascia un commento