Le proprietà antipertensive dell’estratto di bucce e semi di melograno
Il melograno Punica granatum L.) appartiene alla famiglia delle Punicaceae ed è originario dell’Asia. Oggigiorno, viene coltivato anche nella regione del Mediterraneo, in Africa, nel Nord America, in Medio Oriente e in Australia.
Nell’antichità, il melograno era considerato un frutto sacro e un simbolo di fertilità, fortuna e abbondanza. Fino a oggi, il frutto ha trovato applicazione in medicina per i suoi numerosi effetti benefici.
Attualmente si sta prendendo in considerazione anche l’integrazione per un possibile utilizzo come coadiuvante per il trattamento di patologie cardiovascolari e non cardiovascolari. Recenti studi si sono concentrati sulla loro applicazione in ambito clinico.
Proprietà del melograno e utilizzi tradizionali
Tradizionalmente, il frutto è noto per i suoi numerosi benefici per la salute, grazie alla presenza di polifenoli come tannini, antocianine e flavonoidi, oltre ad acidi organici, vitamine e terpeni.
Solitamente, il melograno viene consumato sotto forma di succo o marmellata, mentre le parti non commestibili, come bucce e semi, sono spesso scartate o utilizzate in infusi e spezie. Tuttavia, queste parti rappresentano circa la metà del peso del frutto e contengono composti bioattivi di grande valore, come acidi grassi e steroli. Questo rende le bucce e i semi una risorsa interessante per applicazioni nutraceutiche e medicinali.
Il melograno viene consumato quotidianamente come frutto fresco o come prodotti trasformati, ad esempio succo, marmellata, olio o infuso. L’industria alimentare produce una grande quantità di rifiuti, costituiti principalmente da bucce e semi di melograno, e la ricerca si sta affannando per trovare nuovi metodi e applicazioni per l’uso di tali sottoprodotti ricchi di composti bioattivi, come nuovi imballaggi innovativi, prodotti cosmetici, mangimi per animali o additivi alimentari, nonché per sviluppare nuove tecniche estrattive per consentire lo sfruttamento sostenibile dei sottoprodotti.
Risultati dello studio
I ricercatori hanno confrontato due tipi di estratti: uno ricavato dall’intero frutto (PFE) e uno ottenuto esclusivamente dalle parti non commestibili (PPE). Entrambi sono stati prodotti utilizzando la cavitazione idrodinamica, un metodo ecologico che utilizza acqua come solvente e permette un’estrazione efficiente dei composti bioattivi. Gli estratti sono stati testati su ratti con ipertensione indotta, monitorando parametri come la pressione sanguigna, i lipidi plasmatici e il profilo farmacocinetico.
I risultati hanno mostrato che l’estratto PPE, derivato dai sottoprodotti del melograno, è efficace quanto l’estratto dall’intero frutto nel ridurre la pressione sistolica e il rischio cardiovascolare. Inoltre, ha dimostrato proprietà antinfiammatorie e antifibrotiche, simili a quelle del Captopril, un farmaco utilizzato per l’ipertensione.
Conclusioni e prospettive
Questo studio evidenzia il potenziale delle parti non commestibili del melograno come fonte di estratti nutraceutici con proprietà antipertensive e antinfiammatorie.
L’approccio basato sulla cavitazione idrodinamica non solo valorizza uno scarto dell’industria alimentare, ma offre anche una soluzione sostenibile per ottenere composti bioattivi ad alto valore aggiunto. Questi risultati aprono la strada a nuove applicazioni nel settore della salute e del benessere, promuovendo un uso più completo e sostenibile del melograno.
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