Il consumo moderato di peperoncino in gravidanza e il diabete gestazionale

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Il consumo moderato di peperoncino in gravidanza e il diabete gestazionale

Il diabete mellito gestazionale (GDM) è una condizione caratterizzata da elevati livelli di glicemia durante la gravidanza, causata da una resistenza all’insulina o da un’insufficiente secrezione di questa.

Negli Stati Uniti, la prevalenza del GDM è aumentata significativamente, passando dal 6,0% nel 2016 al 7,8% nel 2020. Tra i fattori di rischio troviamo un’alimentazione non equilibrata, uno stile di vita sedentario, l’obesità pre-gravidanza, l’età materna avanzata, l’appartenenza all’etnia ispanica, una storia precedente di GDM, storia familiare di diabete di tipo 2 e il fumo.

Se non trattato, il GDM può portare a diverse complicazioni durante il parto, come la necessità di un taglio cesareo, macrosomia (dimensioni eccessive del feto), parto prematuro e ipoglicemia neonatale. Inoltre, le madri con una storia di GDM hanno un rischio 7,43 volte maggiore di sviluppare diabete di tipo 2 dopo il parto rispetto a quelle con gravidanze normoglicemiche.

I fagioli e i loro benefici nutrizionali

I fagioli sono alimenti ricchi di nutrienti, contenenti carboidrati complessi, fibre, proteine e numerosi micronutrienti.

Nella popolazione generale, il consumo di fagioli secchi e altri legumi è stato associato a un aumento della sazietà, a una sana regolazione del peso corporeo e a un migliore controllo glicemico.

Questi benefici metabolici possono essere attribuiti a diversi nutrienti presenti nei fagioli, tra cui fibre (in particolare l’amido resistente), composti fenolici e proteine. Tuttavia il consumo di fagioli nella popolazione generale degli Stati Uniti è relativamente basso, con un’assunzione media di solo 0,15 tazze al giorno (equivalente a 1,05 tazze a settimana).

Consumo di fagioli durante la gravidanza

Uno studio condotto su donne in gravidanza statunitensi ha rilevato un basso consumo di fagioli, con una quantità media inferiore alle 1,5 tazze settimanali raccomandate.

Lo studio ha anche evidenziato significative variazioni nel consumo di fagioli in base alla razza/etnia. Le madri di origine ispanica avevano il più alto consumo di fagioli secchi tra tutti i gruppi etnici, probabilmente a causa dell’uso comune di fagioli in molti piatti latinoamericani, della loro ampia disponibilità e dei bassi prezzi. 

L’associazione tra consumo di peperoncino chili e diabete gestazionale

La ricerca ha evidenziato un’associazione significativa tra un consumo moderato di chili e un minor rischio di diabete mellito gestazionale nelle madri statunitensi.

In particolare, il consumo di chili una volta al mese è risultato associato a un basso rischio di GDM. Questa scoperta è simile a studi precedenti che hanno riportato come gli individui che mangiavano più porzioni di legumi a settimana prima o durante le prime fasi della gravidanza avessero minori probabilità di sviluppare GDM.

Diversi fattori possono contribuire a questa associazione negativa, sia biologici che non biologici. Dal punto di vista biologico, l’elevato contenuto di fibre alimentari dei legumi può diminuire il glucosio sierico postprandiale interferendo con l’assorbimento intestinale del glucosio. Inoltre, l’amido resistente presente nei fagioli resiste alla digestione nell’intestino tenue ed entra nell’intestino crasso come fonte di energia fermentabile per i batteri residenti, aumentando le concentrazioni sieriche di acidi grassi a catena corta, associati a risposte al glucosio migliorate.

Un ruolo importante potrebbe essere svolto anche dalla capsaicina, un composto bioattivo spesso utilizzato nel chili come componente della polvere di peperoncino. Studi precedenti hanno riportato che il peperoncino contenente capsaicina ha migliorato l’iperglicemia postprandiale nelle donne con GDM.

Conclusioni

Questa ricerca ha indicato un basso consumo di fagioli durante la gravidanza tra le donne statunitensi e notevoli disparità socio-demografiche in tale consumo. Un consumo moderato di peperoncino chili durante la gravidanza è stato associato a un basso rischio di diabete mellito gestazionale.

I risultati devono essere interpretati con cautela, data la natura non causale della ricerca osservazionale. È necessaria una replicazione in coorti più ampie con popolazioni più diversificate, misurazioni dettagliate ripetute in diversi momenti durante la gravidanza e un disegno sperimentale più rigoroso.

La ricerca in questo campo ha il potenziale per informare approcci dietetici finalizzati ad affrontare il diabete mellito gestazionale e le morbilità correlate, che rappresentano una crescente preoccupazione per la salute materna e infantile negli Stati Uniti e a livello globale.

FONTE: Nutrients

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