Nuciferina e azione di prevenzione sulla steatosi epatica

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Nuciferina e azione di prevenzione sulla steatosi epatica

La nuciferina è un fitocomplesso che si ricava dalle foglie di loto: uno studio ne ha messo in risalto un’azione virtuosa per prevenire la steatosi epatica non alcolica attraverso un meccanismo intestinale.

È stato dimostrato che la steatosi epatica non alcolica sia strettamente associata alle funzioni di barriera intestinale: uno studio ha messo in risalto l’azione preventiva della nuciferina, un tipico alcaloide aporfina contenuto nella foglia di loto (Nelumbo nucifera), attraverso un meccanismo inerente proprio al rafforzamento di questa preziosa barriera.

La steatosi epatica non alcolica – osservano gli autori provenienti dalla Zhejiang University, in Cina – colpisce circa il 25% della popolazione mondiale ed è strettamente associata a malattie metaboliche, come dislipidemia, obesità e diabete di tipo 2. L’asse intestino-fegato, precisano, gioca un ruolo fondamentale affinché l’organismo possa essere protetto dal rischio di NAFLD e da tutte le conseguenze che ne derivano (infiammazione e fibrosi epatiche).

Da questo punto di vista, una barriera intestinale danneggiata porta ad un aumento della permeabilità intestinale e ad alti livelli di lipopolisaccaride (LPS) sierico, che innescano infiammazione sistemica cronica e disturbi del metabolismo lipidico nel fegato e aggravano il progresso della steatosi epatica non alcolica.

In diversi studi, la nuciferina ha manifestato interessanti proprietà per quanto riguarda la regolazione dei disordini metabolici attraverso un’azione positiva sul microbiota intestinale. 

Lo studio

Gli autori, quindi, hanno sottoposto un campione di topi a vari regimi alimentari, tra cui una dieta normale, una dieta ricca di grassi e una dieta ricca di grassi con l’integrazione di nuciferina (25 mg/kg/die). I ratti sono stati nutriti con la dieta per altre 8 settimane in base al loro raggruppamento.

ESITI – L’integrazione alimentare di nuciferina ha ridotto significativamente l’aumento di peso corporeo (p <0,05) e la dose più alta di 25 mg/kg ha esercitato un effetto più evidente. Oltre ad attenuare l’aumento del peso, la nuciferina ha limitato anche l’iperlipemia e la steatosi epatica. Inoltre, ha ridotto l’infiammazione e rinforzato le barriere intestinali attraverso l’aumento dell’espressione di occludina, mucina e cellule caliciformi intestinali.

Al contempo, gli effetti anti-NAFLD della nuciferina hanno riguardato un miglioramento complessivo di molteplici funzioni legate alla barriera intestinale.

“Ulteriori studi sulla relazione causale tra steatosi epatica e barriera intestinale sono necessari per comprendere meglio il ruolo della nuciferina sulle modulazioni intestino-fegato. È inoltre necessario condurre una valutazione degli effetti collaterali della nuciferina ed esplorare il dosaggio ottimale per l’uomo prima che venga utilizzato come integratore alimentare di routine”, si legge tra le conclusioni, ma i primi risultati fanno ben sperare per il prosieguo della ricerca.

FONTE: Journal of Functional Foods

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