Cardo mariano: proprietà e benefici
Il cardo mariano, o carciofo selvatico, è una pianta dalle molteplici proprietà terapeutiche con benefici soprattutto per chi soffre di disturbi al fegato.
Noto come uno dei principali alleati naturali del fegato, il cardo mariano – o carciofo selvatico – è una pianta utilizzata frequentemente in fitoterapia ed erboristeria. Ricca di principi attivi e proprietà terapeutiche, in particolare per il trattamento delle disfunzioni epatiche, questa pianta vanta una tradizione secolare nella medicina classica. In tempi recenti, complice un incremento dell’interesse accademico per i rimedi naturali, i prodotti che contengono carciofo selvatico sono tra i più richiesti sul mercato.
In questo articolo parleremo del cardo mariano, delle sue caratteristiche, elencheremo le proprietà terapeutiche, gli utilizzi, i benefici e le tipologie di disturbi che può contrastare.
- Caratteristiche della pianta
- Cardo mariano: proprietà terapeutiche
- Usi e benefici
- Modalità d’assunzione
- Bibliografia

Caratteristiche della pianta
Appartenente alla famiglia delle Asteracee, il cardo mariano è una pianta erbacea biennale, ha un fusto eretto e robusto che può raggiungere il metro e mezzo d’altezza. Presenta foglie grandi dal colore verde intenso con striature biancastre. Secondo una leggenda, queste macchie bianche sarebbero gocce di latte cadute dal seno di Maria al tempo della fuga in Egitto, da questa narrazione deriva l’origine del nome.
I fiori, invece, presentano un color porpora raccolti in capolini e circondati da brattee spinose, la fioritura avviene in estate. Si tratta di una pianta diffusa soprattutto nell’area Mediterranea, in particolare nel sud e nel centro Italia.
Cardo mariano: proprietà terapeutiche
Il cardo mariano presenta numerosi principi attivi. Il più importante è la silimarina, un flavonoide che agisce impedendo il danno da radicali liberi e la morte delle cellule epatiche. Infatti, la silimarina contribuisce alla:
- sintesi delle proteine;
- produzione di nuove cellule epatiche.
La massima concentrazione di silimarina risiede nel frutto, ma la sostanza è presente anche nei semi e nelle foglie. L’efficacia clinica della silimarina è dimostrata in diversi studi clinici.
Per esempio, una ricerca che ha coinvolto oltre 2500 pazienti ha evidenziato l’efficacia dell’estratto standardizzato di cardo mariano, in questo studio concentrato in capsule da 140 mg, nel trattamento di vari disturbi del fegato, tra cui steatosi epatica, epatite e cirrosi. Dopo otto settimane di somministrazione, i sintomi erano scomparsi nel 63% dei pazienti. I test in laboratorio avevano rilevato una riduzione del 40% in media del livello di enzimi epatici nel sangue e nei soggetti con il fegato ingrossato è stata osservata una riduzione del volume dell’organo. Soltanto lo 0,8% aveva accusato effetti collaterali, ovvero mal di stomaco, nausea e leggera dissenteria.
Conferme sono arrivate successivamente da ulteriori studi che hanno dimostrato l’efficacia della silimarina contro molti disturbi del fegato. Tuttavia sono state condotte alcune metanalisi che hanno evidenziato esiti contraddittori e che fanno emergere la necessità di arricchire la letteratura medico-scientifica sulle proprietà terapeutiche di questa pianta. Cardo mariano che, ad ogni modo, si è rivelato in grado di alleviare i sintomi e migliorare la qualità di vita dei pazienti, i prossimi studi avranno il compito di definire con maggiore specificità l’azione terapeutica, le patologie che può contrastare e i dosaggi.

Usi e benefici
Già durante il XVI secolo il cardo mariano veniva impiegato come rimedio per le sindromi emorragiche e l’ipotensione arteriosa. Ma il suo utilizzo più frequente, come accennato in precedenza, è legato al trattamento delle disfunzioni epatiche. I suoi effetti epatoprotettivi, tonico-vascolari ed emostatici lo rendono indicato per:
- Epatite acuta, subacuta e cronica;
- Fegato grasso (steatosi epatica);
- Cirrosi epatica;
- Manifestazioni cutanee croniche. Varici e ulcere varicose;
- Manifestazioni emorragiche (epistassi, emorroidi);
- Ipertensione arteriosa;
- Sindromi emorragiche;
- Dermopatie croniche.
Grazie alla silimarina, il cardo mariano protegge il fegato da varie sostanze chimiche nocive, tra cui alcol, droghe e tossine ambientali, ed è il rimedio salvavita contro l’avvelenamento da funghi velenosi come l’Amanita Phalloides.
L’estratto di questa pianta può essere anche un valido supporto all’assunzione di molti farmaci psicotropi prescritti ai pazienti psichiatrici. Questi psicofarmaci, infatti, possono provocare gravi danni al fegato: talvolta i dottori, a seconda del singolo caso clinico, consigliano di assumere anche estratto di carciofo selvatico per ridurre il danno epatico. Un “cuscino” naturale che non interferisce con l’efficacia clinica degli psicofarmaci.
Modalità d’assunzione
Azione antiossidante, antinfiammatoria ed epatoprotettiva, tante proprietà per il cardo mariano, ma come si assume? Sul mercato si presenta in varie soluzioni e varie modalità d’assunzione. Il decotto, ad esempio, è usato per combattere le infiammazioni, le malattie epatiche croniche e gli ingrossamenti del fegato.
Esistono varie tipologie di integratori: polveri, capsule, gocce ed altro ancora. Soluzioni in cui il cardo mariano è l’unico elemento oppure soluzioni in cui è miscelato con altri ingredienti per aumentarne l’efficacia terapeutica. Tante proposte e un’unica raccomandazione, ovvero quella di ascoltare un parere medico prima di intraprendere una strada terapeutica.
Bibliografia
- Fitoterapia dalla A alla Z, Bruno Brigo, Tecniche Nuove, 1995.
- L’uomo, la fitoterapia, la gemmoterapia, Brigo Bruno, Tecniche Nuove, 2009.
- Benessere totale. Imparare a conoscere i meccanismi di guarigione del proprio corpo per vivere meglio, Joseph Pizzorno, Tecniche Nuove, 2001.
- L’Erborista – Erbe e Piante Medicinali, Christian Valnet, REI (Rifreddo), 2016

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