Una dieta ricca di flavonoidi può supportare la salute del fegato

Torna a Blog
flavonoidi

Una dieta ricca di flavonoidi può supportare la salute del fegato

La salute del nostro fegato potrebbe beneficiare notevolmente dell’inclusione di alimenti ricchi di flavonoidi nella dieta quotidiana. Tè, mele e cioccolato fondente non sono solo delizie per il palato, ma potrebbero rappresentare una strategia nutrizionale efficace per chi desidera prendersi cura di questo organo vitale.

Gli studi più recenti evidenziano come questi alimenti possano contribuire a ridurre significativamente il rischio di steatosi epatica, una condizione sempre più diffusa nel mondo occidentale.

Uno studio rivelatore sulla steatosi epatica

Una ricerca pubblicata su The American Journal of Clinical Nutrition ha esplorato in profondità la correlazione tra il consumo di flavonoidi e l’incidenza della steatosi epatica non alcolica (NAFLD).

Questa patologia, caratterizzata dall’accumulo di grassi nel fegato senza un consumo eccessivo di alcol, presenta rischi significativi per la salute. Può infatti progredire verso condizioni più gravi come la steatoepatite infiammatoria, la cirrosi e la fibrosi, compromettendo progressivamente la funzionalità epatica fino a causare insufficienza d’organo. Preoccupante è il dato che mostra un incremento della prevalenza globale di oltre il 50% negli ultimi tre decenni.

Attualmente, la principale strategia per contrastare la NAFLD è la riduzione del peso corporeo, approccio che mira principalmente a diminuire il rischio cardiovascolare. Tuttavia, questa soluzione potrebbe non essere adeguata per tutti i pazienti.

Per questo motivo, la comunità scientifica sta orientando l’attenzione verso interventi preventivi basati su modifiche dello stile di vita e strategie nutrizionali mirate. In particolare, le diete a base vegetale, ricche di cereali integrali, frutta e verdura, hanno dimostrato effetti benefici su diversi parametri cardiometabolici.

I flavonoidi: composti bioattivi dalle molteplici proprietà

I flavonoidi sono composti bioattivi naturalmente presenti negli alimenti vegetali, dotati di proprietà antinfiammatorie e capaci di migliorare la sensibilità all’insulina e di modulare il metabolismo lipidico.

Numerose ricerche hanno associato un maggiore apporto di questi composti a una migliore salute cardiometabolica, sebbene gli studi specifici sul loro ruolo nella NAFLD siano ancora limitati.

La varietà di alimenti ricchi di flavonoidi è sorprendentemente ampia. Oltre ai già citati , mele e cioccolato fondente, possiamo trovare questi preziosi composti nel prezzemolo, nelle cipolle, negli agrumi, nei mirtilli e persino nella buccia delle arachidi. Questa ubiquità li rende facilmente integrabili nella dieta quotidiana, sia attraverso alimenti comuni che più ricercati.

È interessante notare che i flavonoidi presentano caratteristiche di assorbimento particolari: meno del 5% viene effettivamente assorbito dall’organismo umano e questi composti vengono rapidamente metabolizzati in frammenti più piccoli. Molti di questi metaboliti hanno proprietà ancora sconosciute ma contribuiscono probabilmente agli effetti benefici sulla salute.

Metodologia e partecipanti dello studio

I ricercatori hanno analizzato le associazioni tra l’assunzione di flavonoidi e l’incidenza di NAFLD, utilizzando vari indici come il punteggio di flavodieta (FDS), le sottoclassi di flavonoidi e gli alimenti ricchi di questi composti. Il FDS, in particolare, misurava il consumo di porzioni di tè, mele, bacche, uva, cipolle e cioccolato fondente, tra gli altri alimenti.

Lo studio ha coinvolto 121.064 adulti con un’età media di 59 anni, prevalentemente donne (56%) e con un alto livello di istruzione (63%). L’indice di massa corporea medio era di 26,7 kg/m². Durante un follow-up medio di 10 anni, sono stati identificati 1.081 casi di NAFLD.

L’analisi ha rivelato una significativa associazione inversa tra il punteggio FDS e il rischio di NAFLD: i partecipanti nel quartile più alto di consumo di flavonoidi presentavano un rischio inferiore del 19% rispetto a quelli nel quartile più basso. In particolare, un maggior consumo di mele e tè era associato a una riduzione del rischio rispettivamente del 22% e del 14%.

Prospettive future

Questo studio contribuisce alla crescente letteratura scientifica che suggerisce potenziali effetti protettivi dei flavonoidi sulla NAFLD e sulla sua progressione.

Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche per esplorare i meccanismi d’azione di questi composti e confermare questi risultati in popolazioni diverse.

L’integrazione consapevole di alimenti ricchi di flavonoidi nella dieta quotidiana potrebbe rappresentare una strategia preventiva promettente per la salute epatica, particolarmente rilevante in un’epoca caratterizzata dall’aumento dell’incidenza di patologie metaboliche.

FONTE: The American Journal of Clinical Nutrition

Condividi questo post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna a Blog