Quanta plastica mangiamo?
Gli scienziati hanno creato il primo strumento mai realizzato per misurare la quantità di plastica che ingeriamo attraverso la nostra alimentazione quotidiana.
Questo innovativo sistema, chiamato “24-hour dietary recall–plastic exposure” (24DR-PE), rappresenta una svolta significativa nella comprensione dei potenziali rischi che la plastica pone alla nostra salute.
Sviluppato da ricercatori australiani e pubblicato sulla rivista Frontiers in Nutrition, questo strumento aiuta a scoprire l’esposizione nascosta alle plastiche nelle nostre diete, aprendo la strada a scelte alimentari più consapevoli.
Il sistema si basa su interviste dettagliate durante le quali i partecipanti ricordano tutti gli alimenti consumati nelle 24 ore precedenti. Le interviste, condotte da dietisti qualificati, raccolgono informazioni non solo sugli alimenti e sulle bevande, ma anche sui materiali usati per l’imballaggio, la conservazione, la preparazione e il consumo. I ricercatori hanno sviluppato una piattaforma elettronica che trasforma automaticamente le misure comuni in grammi e categorizza i comportamenti in base al rischio di esposizione.
Quantificare il rischio del contenuto di plastica
Una delle innovazioni più significative è il “Dietary Plastics Score”, un parametro che quantifica l’aderenza a una dieta a basso contenuto di plastica.
Questo punteggio si basa su una matrice strutturata che identifica alimenti e comportamenti ad alto rischio, come il consumo di prodotti confezionati singolarmente, la cottura al microonde in contenitori o l’utilizzo di posate di plastica.
Un punteggio inferiore indica una minore esposizione alla plastica attraverso l’alimentazione.
Lo studio ha rivelato che l’esposizione alle plastiche non proviene solo dagli imballaggi. Anche i metodi di cottura, i contenitori per la conservazione e gli utensili utilizzati per mangiare contribuiscono significativamente.
I comportamenti identificati come particolarmente rischiosi includono la cottura al microonde di alimenti in contenitori di plastica, il consumo di alimenti confezionati singolarmente e il consumo di cibi in scatola.
Validazione e limiti dello strumento
Per convalidare lo strumento, i ricercatori hanno raccolto campioni di urina insieme ai dati del richiamo alimentare, con l’obiettivo di correlare i punteggi di esposizione alla plastica con i metaboliti effettivamente presenti nell’organismo.
Nonostante l’approccio completo, lo studio ha evidenziato alcune sfide, come la lunga durata delle interviste, il potenziale errore di richiamo da parte dei partecipanti e la necessità di ulteriori convalide mediante l’analisi dei metaboliti nelle urine e potenzialmente nelle feci.
Conclusioni e implicazioni future sul consumo di plastica
Questo strumento innovativo rappresenta un passo significativo verso la quantificazione dell’esposizione alimentare alla plastica, un materiale che è stato associato a maggiori rischi di malattie cardiovascolari, sindrome metabolica e altre patologie croniche.
In futuro, il 24DR-PE potrebbe guidare raccomandazioni dietetiche più precise, orientare cambiamenti nelle politiche alimentari e supportare la ricerca sugli effetti dell’ingestione di plastica sulla salute umana.
Fornendo dati accurati sull’esposizione, questo strumento potrebbe diventare essenziale nella lotta contro i rischi nascosti della plastica nella nostra alimentazione.
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