Testa di scimmia e benefici per l’udito tra gli anziani
L’Hericium erinaceus, un fungo commestibile noto anche come Testa di Scimmia, sembra esercitare un interessante effetto protettivo rispetto alla degenerazione dell’udito dovuta all’età. Ecco gli esiti.
La compromissione dell’udito legata all’età (presbiacusia) è il disturbo sensoriale più diffuso tra gli anziani: si tratta di una condizione irreversibile che può avere un impatto significativo sulla salute cerebrale e sulla socialità. Non esiste una cura, ma una serie di comportamenti preventivi o di approcci riabilitativi basati sull’adozione di apparecchi acustici accompagnata da trattamenti da parte di centri acustici specializzati.
Un recente studio ha posto l’attenzione sulle interessanti potenzialità dell’Hericium erinaceus, un fungo consumato nei Paesi asiatici conosciuto anche con il nome di Testa di Scimmia ricco di sostanze antiossidanti, nel limitare le ripercussioni del tempo sulla qualità uditiva degli anziani.
Lo studio
Gli autori del paper, un team di ricercatori tailandesi, hanno condotto uno studio clinico in doppio cieco, randomizzato, su 80 pazienti con problemi di udito (ipoacusia neurosensoriale simmetrica) di età compresa tra 50 e 79 anni. I volontari sono stati divisi casualmente in due gruppi, che hanno ricevuto rispettivamente estratto di Testa di Scimmia (2000 mg/die) e placebo per otto mesi.
Per analizzare gli effetti, gli studiosi hanno valutato vari parametri, tra cui:
- le differenze della soglia uditiva media del tono puro di tutte le frequenze, basse e alte;
- soglia di riconoscimento vocale;
- punteggio di discriminazione vocale;
- le concentrazioni sieriche del fattore neurotrofico derivato dal cervello e del fattore di crescita neurotrofico tra i due gruppi di studio.
ESITI – Il micelio dell’Hericium erinaceus potrebbe migliorare la perdita dell’udito, in particolare per le alte frequenze e il riconoscimento vocale, oltre ad aumentare la concentrazione sierica del fattore di crescita neurotrofico nei pazienti con problemi di udito over 65, ma non per i pazienti più giovani.
“È possibile che la velocità della degenerazione dell’udito fosse più lenta nei pazienti di età inferiore ai 65 anni rispetto ai pazienti più anziani. Tuttavia, il numero di casi e il potere statistico di questo studio clinico erano troppo piccoli per ottenere un risultato positivo in questo campione”, concludono gli autori.
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