Il cibo spazzatura danneggia memoria e appetito

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Il cibo spazzatura danneggia memoria e appetito

I cibi grassi incentivano l’assuefazione e provocano danni all’ippocampo, l’area cerebrale deputata all’immagazzinamento dei ricordi e alla gestione dell’appetito: lo rivela una ricerca australiana.

La dieta occidentale – caratterizzata da un elevato contenuto di grassi saturi e zuccheri aggiunti – compromette le normali funzionalità dell’ippocampo, ovvero la parte del cervello dove avvengono i processi della memoria, e altera le dinamiche cerebrali sul controllo dell’appetito. È quanto emerge dall’esito di una ricerca sperimentale condotta in Australia e pubblicata sul Royal Society Open Science

Partendo dal risultato di uno studio recente che ha evidenziato l’effetto negativo del cibo spazzatura sulla memoria degli animali, i ricercatori australiani hanno osservato le medesime conseguenze anche sull’uomo. E così come per le cavie della ricerca precedente, l’esito ha evidenziato la stretta connessione tra ippocampo, memoria e appetito.

Cibo spazzatura: gli effetti sulla memoria e l’appetito

I ricercatori hanno coinvolto 110 adulti magri in salute: metà è stata sottoposta ad una dieta occidentale dall’elevato contenuto di grassi e zuccheri semplici mentre l’altra metà – il gruppo di controllo – è stata fedele al solito regime alimentare. L’obiettivo era di confrontare gli effetti delle rispettive diete sull’apprendimento, sulla memoria e sul controllo dell’appetito.

I 55 partecipanti a cui è stato chiesto di adottare una dieta carica di grassi hanno ingerito quelli che vengono definiti “cibi spazzatura”: in particolare panini tostati, frullati, waffle e pasti tipici dei fast food. Gli esperti hanno raccolto i dati sanitari (misurazione glicemia prima e dopo la colazione, monitoraggio urina) e successivamente entrambi i gruppi hanno effettuato test di apprendimento e questionari sull’appetito. 

L’ESITO – Il gruppo che ha mangiato cibo spazzatura ha visto peggiorare le performance legate alle funzionalità dell’ippocampo annesse ai processi di apprendimento e memoria. Peggioramento che per i partecipanti sottoposti alla dieta piena di grassi saturi ha riguardato anche sul controllo dell’appetito: chi mangiava schifezze “dimenticava” di essere sazio.

“L’ippocampo potrebbe avere un ruolo nel controllo dell’appetito”

“Lo studio suggerisce che una dieta WS (ricca di grassi) influisce negativamente sull’ippocampo anche negli esseri umani, in quanto un’esposizione di una settimana provoca una riduzione delle prestazioni di HDLM (apprendimento e memoria), oltre alle alterazioni del controllo dell’appetito”, affermano gli autori.

Oltre ad una conferma dell’ipotesi iniziale avanzata dagli studiosi, pare ci siano altre  implicazioni, come spiegano gli stessi ricercatori: “L’entità di questi cambiamenti in HDLM e il controllo dell’appetito erano fortemente correlati, il che implica una probabile base comune per questi effetti nell’ippocampo e quindi un ruolo dell’ippocampo nel controllo appetitivo. Più in generale – concludono gli autori – questo esperimento, insieme a quelli degli altri studi, suggerisce che una dieta WS causa disabilità neurocognitive a seguito di esposizione a breve termine”.

Verosimilmente, le prossime ricerche indagheranno più approfonditamente su una possibile correlazione tra cibo spazzatura e insorgenza di disturbi a livello neurocognitivo.

FONTE: The Royal Society 

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