Dieta e Benessere dopo i 50 anni: la Felicità nel piatto
Una ricerca britannica pubblicata sul British Journal of Health Psychology ha indagato il rapporto tra le abitudini alimentari e la felicità negli adulti di mezza età e negli anziani.
Coloro che consumano più pesce, verdura, frutta e grassi sani provano maggiore felicità e mostrano livelli più elevati di benessere e soddisfazione della vita. Soprattutto, consumare pesce almeno una volta alla settimana aiuta moltissimo, indipendentemente da altri fattori come reddito, stato di salute o umore.
Gli scienziati ipotizzano che il pesce grasso, ricco di acidi grassi omega-3, possa favorire il benessere stimolando i percorsi cerebrali responsabili della produzione di serotonina e dopamina, i neurotrasmettitori della felicità.
Frutta e verdura: guardiani del senso della vita
L’indagine, condotta su oltre 3.000 adulti britannici attraverso l’English Longitudinal Study of Ageing, ha evidenziato come il consumo di frutta e verdura si correli principalmente al benessere eudemonico, quella dimensione dell’esistenza legata al senso di scopo, significato e crescita personale.
Anche dopo aver considerato i sintomi depressivi, questa associazione rimane robusta. Tuttavia, emerge un dato preoccupante: i partecipanti consumavano mediamente solo due porzioni giornaliere, ben al di sotto delle cinque raccomandate dalle linee guida.
La complessità del benessere: non solo nutrizione
I ricercatori hanno esaminato tre dimensioni distinte del benessere: quello eudemonico (senso e scopo), quello edonico (felicità ed emozioni positive) e quello valutativo (soddisfazione generale della vita). Ciò che emerge chiaramente è l’intreccio complesso tra alimentazione, condizioni economiche, salute fisica e stato emotivo.
Molte correlazioni inizialmente promettenti tra dieta e benessere si sono infatti attenuate quando gli studiosi hanno considerato fattori come la ricchezza personale, le malattie croniche e i sintomi depressivi, rivelando quanto questi elementi siano profondamente interconnessi.
Limiti e prospettive future
Nonostante l’ampiezza del campione e la metodologia rigorosa, lo studio presenta alcune criticità: il disegno trasversale non permette di stabilire relazioni causali definitive, e l’affidamento su dati auto-riferiti può introdurre imprecisioni.
Gli scienziati sottolineano la necessità di ricerche longitudinali e sperimentali per confermare questi risultati. Ciononostante, il messaggio è chiaro: aumentare il consumo di pesce, frutta e verdura rappresenta una strategia accessibile ed economica per promuovere il benessere nella popolazione anziana, un intervento semplice ma potenzialmente trasformativo per migliorare la qualità di vita dopo i cinquant’anni.


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