Scelte alimentari sbagliate associate a un invecchiamento biologico più rapido

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Scelte alimentari sbagliate associate a un invecchiamento biologico più rapido

L’orologio biologico non sempre avanza di pari passo con quello cronologico. Recenti studi hanno dimostrato che abitudini alimentari inadeguate possono accelerare significativamente il processo di invecchiamento a livello cellulare, creando una discrepanza tra l’età anagrafica e quella biologica.

Tale disallineamento rappresenta un fattore di rischio considerevole per l’insorgenza di patologie e per un aumento della mortalità.

Una ricerca innovativa ha evidenziato come regimi alimentari carenti di frutta e verdura, ma ricchi di carni rosse, cibi ultraprocessati e bevande zuccherate, siano correlati a un invecchiamento biologico prematuro, fenomeno riscontrabile già nella prima età adulta. Questo dato solleva importanti interrogativi sulle conseguenze a lungo termine delle nostre scelte alimentari quotidiane sull’orologio biologico.

Il tasso di invecchiamento biologico

Il concetto di “tasso di invecchiamento biologico” misura esattamente questo divario: quanto il nostro organismo sia biologicamente più giovane o più anziano rispetto all’età anagrafica.

Per quantificare questo fenomeno, i ricercatori si avvalgono di sofisticati orologi epigenetici, modelli computazionali sviluppati attraverso tecniche di machine learning, capaci di determinare l’età biologica analizzando i gruppi metilici che regolano l’espressione genica.

Lo studio

Un team di ricercatori dell’Università di Jyväskylä e del Gerontology Research Center ha condotto un’indagine specifica per valutare l’impatto della dieta sul ritmo di invecchiamento biologico nei giovani adulti.

Lo studio ha coinvolto un campione di gemelli tra i 20 e i 25 anni, offrendo così un’opportunità unica per distinguere i fattori genetici da quelli ambientali. Ha valutato le loro abitudini alimentari attraverso un dettagliato questionario sulla frequenza di consumo di 55 diversi alimenti.

I risultati hanno confermato l’ipotesi iniziale: diete povere di prodotti vegetali freschi e caratterizzate da un elevato consumo di carni rosse e processate, fast food e bevande gassate zuccherate sono associate a un invecchiamento biologico accelerato. Al contrario, regimi alimentari ricchi di frutta e verdura e con limitato apporto di carni, cibi ultraprocessati e bevande zuccherate hanno mostrato un effetto protettivo, rallentando il processo di invecchiamento cellulare.

È importante sottolineare che, sebbene alcune correlazioni osservate possano essere parzialmente attribuite ad altri fattori dello stile di vita – come l’attività fisica, il fumo e il peso corporeo, che tendono a coesistere nelle stesse persone – la dieta ha mantenuto una significativa associazione indipendente con l’invecchiamento biologico, anche quando queste variabili sono state considerate nell’analisi.

Conclusioni

Un aspetto particolarmente interessante di questa ricerca riguarda l’influenza genetica sulla relazione tra alimentazione ed età biologica.

Grazie alla partecipazione di gemelli, lo studio ha potuto dimostrare che un background genetico condiviso, più che l’ambiente familiare comune durante l’infanzia, sembra essere determinante nel definire la correlazione tra dieta e processi di invecchiamento nella prima età adulta.

In conclusione, interventi nutrizionali mirati potrebbero contribuire a rallentare il processo di invecchiamento biologico, con potenziali benefici per la prevenzione di malattie e per la longevità.

FONTE: Clinical Nutrition

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