Proprietà farmacologiche, nutraceutiche e nutrizionali dei semi di lino

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Proprietà farmacologiche, nutraceutiche e nutrizionali dei semi di lino

I semi di lino (Linum Usitatissimum) hanno una vasta letteratura scientifica che evidenzia i loro benefici per la salute. La ricerca si è intensificata notevolmente negli ultimi decenni, dimostrando i benefici dei composti bioattivi presenti nei semi di lino, come la riduzione dei lipidi nel sangue, proprietà antidiabetiche ed epatoprotettive, e la prevenzione di malattie cardiovascolari (CVD) e cancro.

Gli studi hanno identificato specifici composti nei semi, come il secoisolariciresinolo diglucoside (SDG), che, una volta metabolizzati, producono lignani utili per la salute.

Proprietà nutrizionali e farmacologiche

La revisione della letteratura si concentra sulle recenti scoperte riguardanti le proprietà nutrizionali e farmacologiche dei semi di lino.

I semi di lino sono composti da circa il 20% di proteine, il 41% di grassi e il 28% di fibre, con una significativa presenza di acido α-linolenico (ALA), un acido grasso omega-3. L’ALA è particolarmente efficace nel ridurre il rischio di malattie cardiache, infiammazioni e livelli di trigliceridi e colesterolo nel sangue.

Inoltre, contengono lignani e fitosteroli, che hanno proprietà antinfiammatorie e antiossidanti, contribuendo alla riduzione delle lipoproteine a bassa densità (LDL) nel sangue.

Benefici per la salute

I semi di lino sono riconosciuti come un ingrediente alimentare funzionale grazie al loro ricco contenuto di ALA, lignani e fibre. Questi componenti offrono potenziali benefici per la salute, come la prevenzione di malattie cardiovascolari, diabete, cancro e altre patologie croniche. Studi recenti su esseri umani e animali ne supportano l’uso per migliorare la salute e prevenire malattie, evidenziando la loro inclusione in vari prodotti alimentari.

I lignani, presenti nei semi, mostrano potenzialità nella prevenzione e trattamento del cancro, inclusa la leucemia mieloide acuta (LMA). Studi in vivo e in vitro hanno dimostrato che i lignani possono inibire la proliferazione delle cellule tumorali e indurre apoptosi, ovvero la morte cellulare programmata, nelle cellule cancerose. ENL è stato particolarmente efficace nel trattamento del cancro al seno e della prostata, dimostrando un’elevata biodisponibilità e un’azione selettiva contro le cellule tumorali.

Semi di lino contro le malattie cardiovascolari (CVD) e l’iperlipidemia

La gestione nutrizionale, inclusa la riduzione dei grassi saturi, è fondamentale nella prevenzione delle malattie cardiovascolari (CVD). I semi di lino, grazie al loro contenuto di ALA, lignani e fitosteroli, migliorano il profilo lipidico del sangue e riducono il rischio di CVD. La ricerca ha dimostrato che l’integrazione nella dieta può abbassare significativamente i livelli di colesterolo totale e LDL, riducendo così il rischio di complicazioni cardiovascolari.

L’iperlipidemia, caratterizzata da alti livelli di lipidi nel sangue, è una delle principali cause di malattie cardiovascolari. L’integrazione di semi di lino nella dieta è stata associata a una riduzione significativa dei livelli di colesterolo totale, LDL e trigliceridi, migliorando al contempo i livelli di colesterolo HDL. Studi sugli animali e sugli esseri umani confermano che essi possono svolgere un ruolo importante nella gestione dell’iperlipidemia e nella prevenzione delle malattie correlate.

Effetto antidiabetico ed epatoprotettivo dei semi di lino

I semi di lino possono contribuire alla prevenzione e gestione del diabete grazie alla loro capacità di ridurre la resistenza all’insulina. Ricchi di acidi grassi omega-3 e omega-6, i semi di lino mantengono la sensibilità all’insulina nelle membrane cellulari, prevenendo così la progressione del diabete. Studi epidemiologici e sperimentali hanno confermato che un consumo moderato migliora i livelli di glucosio nei diabetici e nei prediabetici, grazie alla presenza di componenti come l’acido alfa-linolenico, l’acido linoleico e la lignina SDG, che ha effetti ipoglicemizzanti. 

Il fegato, essenziale per la regolazione del metabolismo e la disintossicazione del corpo, è vulnerabile a danni dovuti a tossine e malattie. I semi di lino hanno dimostrato proprietà epatoprotettive, contribuendo a migliorare la salute epatica, in particolare nei casi di steatosi epatica non alcolica (NAFLD). Studi su ratti e su esseri umani mostrano che l’integrazione di semi di lino, in combinazione con uno stile di vita sano, riduce il peso corporeo, i biomarcatori epatici e la resistenza all’insulina, risultando più efficace di sole modifiche dello stile di vita.

Effetti sulla sindrome metabolica

La sindrome metabolica, che aumenta il rischio di diabete di tipo II e malattie cardiovascolari, può essere gestita efficacemente con l’olio di semi di lino, una ricca fonte di acidi grassi omega-3. Studi clinici hanno dimostrato che riduce i livelli di colesterolo, trigliceridi, pressione sanguigna e perossidazione lipidica. Inoltre, l’olio di semi di lino aiuta a ridurre l’accumulo di grasso epatico e migliora il metabolismo lipidico nei pazienti con NAFLD, dimostrando un impatto positivo sulla salute cardiometabolica rispetto ad altri oli vegetali.

Conclusione

Gli studi di ricerca rivelano, quindi, che i componenti dei semi di lino sono utili nella prevenzione delle malattie e svolgono anche un ruolo negli usi terapeutici.

Ciò porta alla conclusione che gli alimenti sani e funzionali dovrebbero essere sviluppati incorporando i semi di lino in essi.

Sono necessarie ulteriori ricerche per scoprire i benefici per la salute dei costituenti dei semi di lino e per determinarne la quantità necessaria per esaminarne l’efficacia come trattamento, nonché per identificare eventuali potenziali effetti collaterali del suo utilizzo in dosi elevate.

Alcune aree sono ancora in fase di esplorazione per trarre risultati validi, ma i dati iniziali sono incoraggianti. Poiché le prove di tossicità dell’integrazione di semi di lino sono molto scarse o nulle,  questi alimenti potrerebbero essere inclusi nella dieta quotidiana in quantità moderate.

FONTE: Food Science & Nutrition

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