Zuccheri e depressione: esiste un collegamento?

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Zuccheri e depressione: esiste un collegamento?

Prova a rispondere uno studio tedesco pubblicato sull’European Journal of Nutrition: ecco gli esiti.

La depressione è una delle condizioni psichiatriche più comuni al mondo: secondo alcune stime, affligge circa il 5% della popolazione adulta mondiale. Diverse ricerche hanno evidenziato che il rischio di depressione è due volte più alto nei pazienti obesi. Inoltre, diversi alimenti, sostanze nutritive e modelli dietetici sono associati alle funzioni cerebrali e ai disturbi dell’umore.

Altri studi suggeriscono che l’adozione di diete povere di carboidrati potrebbero migliorare i sintomi depressivi. Interventi più recenti si sono concentrati sulla riduzione di sottotipi di carboidrati specifici con un’enfasi particolare sulla limitazione degli zuccheri.

Alcuni studi suggeriscono che una maggiore assunzione di zuccheri in generale e nelle bevande gassate sia positivamente associata al rischio di depressione. I meccanismi attraverso i quali i zuccheri potrebbero causare sintomi depressivi includono la diminuzione del fattore neurotrofico di origine cerebrale e l’induzione di infiammazione di basso grado, nonché effetti simili alla dipendenza con segni di comportamento depressione e ansia dopo l’astinenza da zucchero.

Un team di ricercatori dell’Università Justus-Liebig di Giessen, in Germania, ha condotto uno studio per chiarire l’associazione tra il consumo di diverse fonti di zuccheri liberi e zuccheri intrinseci e l rischio di depressione.

Lo studio

Il consumo di zucchero è stato valutato in 188.426 partecipanti (fascia di età: 39-72 anni, 54,4% donne) con almeno un questionario dietetico. I criteri di valutazione per la depressione incidente sono stati valutati con modelli di regressione del rischio proporzionale di Cox, inclusa l’assunzione di zucchero.

In un follow-up medio di 12,3 anni, si sono verificati 5410 casi di depressione incidente.

ESITI – Il consumo di alcune fonti di zuccheri sono risultate significativamente associate al rischio di depressione

Alcuni zuccheri non hanno aumentato il rischio depressivo, tra cui gli zuccheri intrinseci (es. quelli contenuti in frutta e verdura). Al contrario, gli zuccheri presenti all’interno delle bevande, tra cui bibite gassate, bevande alla frutta, bevande a base di latte, nel tè e nel caffè sono risultate associate al rischio di depressione.

Solo alcune fonti di zuccheri liberi sono positivamente associate alla depressione incidente. Le iniziative di salute pubblica rivolte ai sottotipi di zuccheri liberi potrebbero essere più efficaci per quanto riguarda il rischio di depressione se focalizzate sulla riduzione delle bevande zuccherate e più specificamente bibite gassate/frutta, bevande a base di latte e tè/caffè”, sottolineano gli autori. 

Tuttavia, sono necessari ulteriori studi prospettici sull’assunzione del sottotipo di zucchero in relazione ad altri stati patologici, tra cui malattie cardiovascolari e cancro, concludono i ricercatori.

FONTE: European Journal of Nutrition

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