Vita di coppia ed evoluzione: ecco perché è alla base della società
Uno studio sui sistemi sociali dei primati ha evidenziato l’importanza della vita di coppia nell’instaurazione di gruppi sociali complessi.
Senza vita di coppia non può esserci alcuna società o gruppo sociale complesso. Probabilmente niente a che vedere con la nostra idea di relazione tra uomo e donna, annessi risvolti sentimentali e conseguenti film hollywoodiani, ma pare che per i primati la vita di coppia rappresenti il ponte decisivo per il passaggio dalla vita solitaria e quella di gruppo. E, verosimilmente, è stato così anche per la razza umana.
La scoperta, pubblicata su Science Advances, ha evidenziato l’importanza della vita di coppia nella costruzione del tessuto sociale. La ricerca è stata condotta dall’Università del Texas e coordinata dal dott. Luca Pozzi, un antropologo italiano. In collaborazione con l’Istituto Leibniz, gli studiosi hanno osservato 326 specie di primati indagando, da un punto di vista evolutivo, sulle dinamiche sociali.
Monogamia e vantaggi riproduttivi
Gli esperti hanno indagato sulle origini dell’organizzazione in gruppi e su come i primati abbiano sviluppato complesse relazioni sociali. In particolare, hanno rivolto l’attenzione alla scelta di scegliere la monogamia che, come spiega Pozzi ai microfoni di Ansa.it: “è un po’ un paradosso perché i maschi potrebbero avere un maggior tasso di riproduzione se non si legassero ad una sola femmina”.
Una volta rilevato che la vita di coppia e di gruppo erano scelte soprattutto di primati e carnivori, a differenza delle altre specie che preferivano vivere in solitudine, gli autori hanno provato a capire come e perché avveniva il passaggio dalla vita solitaria a quella con i propri simili.
L’ipotesi più accreditata è legata ad una logica di opportunità evolutiva: “Le femmine – prosegue Pozzi – si distribuiscono dove ci sono le risorse per vivere. Se sono molto lontane tra loro, il maschio non potrà monopolizzarne più di una. Facendo quindi coppia con una sola otterrà un maggior vantaggio riproduttivo”.
A riproduzione avvenuta, è stata rivelata la consuetudine di femmine appartenenti ad alcune specie di primati di associarsi con altre femmine della propria famiglia allo scopo di condividere più risorse per accudire la prole.
La vita di coppia alla base dell’aggregazione in gruppi
“I risultati di questo studio – concludono gli autori dello studio – indicano che il vivere in coppia non è un sistema sociale altamente derivato tra i primati. Invece, rappresenta un trampolino di lancio evolutivo tra uno stile di vita solitario e sistemi socialmente più complessi”.
Competizione femminile e cooperazione tra le femmine appartenenti alla stessa famiglia sono emersi com elementi determinanti per la vita di coppia e, di conseguenza, per l’instaurarsi di gruppi sociali somiglianti a quella che definiamo società.
Invece, alla base del mantenimento della vita di coppia in seguito all’aggregazione in gruppi sembra che ci siano soprattutto due elementi: l’opportunità delle femmine di avvalersi dell’assistenza paterna e la riduzione del rischio di infanticidio.
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