Steatosi epatica: il ruolo di vitamina E e sport

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Steatosi epatica: il ruolo di vitamina E e sport

La steatosi epatica non alcolica (NAFLD) è una malattia epatica cronica in rapida crescita che richiede soluzioni efficaci per il suo trattamento. Un recente studio ha esplorato nuovi approcci per migliorare la NAFLD e ha rivelato il ruolo chiave dell’esercizio aerobico e dell’integrazione di vitamina E. 

I risultati promettenti dello studio forniscono una nuova prospettiva sul trattamento della NAFLD e potrebbero avere implicazioni significative per la salute epatica.

Lo studio

Il team di ricerca ha condotto lo studio utilizzando un modello animale di NAFLD, alimentando 40 ratti con una dieta ricca di grassi (HFD). La progressione e il miglioramento della NAFLD sono stati valutati mediante risonanza magnetica. Gli interventi di trattamento includono l’esercizio aerobico e l’integrazione di vitamina E. Sono state analizzate anche le proteine coinvolte nel metabolismo dei grassi e sono state condotte analisi biochimiche per valutare le attività degli enzimi antiossidanti nel fegato e nel metabolismo dei lipidi sierici.

ESITI – I risultati dello studio hanno dimostrato che sia l’esercizio aerobico che l’integrazione di vitamina E hanno migliorato significativamente la NAFLD nei ratti. 

Ciò si è tradotto in una riduzione dell’accumulo di grasso epatico, una diminuzione del rigonfiamento degli epatociti e una riduzione dei livelli di trigliceridi. 

Inoltre, è emerso che la terapia di combinazione, ovvero l’uso concomitante di esercizio aerobico e vitamina E, ha ottenuto l’effetto migliore. 

I meccanismi di azione identificati includono l’attivazione della via AMPK per ridurre la sintesi degli acidi grassi e la regolazione delle proteine coinvolte nel metabolismo dei lipidi come la SREBP-1 e la CPT1C. Inoltre, sia l’esercizio aerobico che la vitamina E hanno dimostrato di ridurre lo stress ossidativo nel fegato.

Questi interventi agiscono attraverso la regolazione della via AMPK e la riduzione dello stress ossidativo. Queste scoperte offrono nuove prospettive nel trattamento della NAFLD e potrebbero aprire la strada a nuove strategie terapeutiche”, scrivono gli autori. 

Ulteriori ricerche sono necessarie per comprendere appieno i meccanismi coinvolti e valutare l’applicabilità di tali approcci negli esseri umani.

FONTE: European Journal of Nutrition

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