Smartphone, bambini e i rischi sulle aree cerebrali del linguaggio
Una ricerca evidenzia le alterazioni nella materia grigia dei bambini più piccoli esposti ai device tecnologici.
Tra i rischi per i bambini che utilizzano frequentemente smartphone e tablet emerge un’alterazione dell’area cerebrale deputata al linguaggio e ad altre funzioni legate al controllo mentale. I bambini maggiormente esposti agli schermi dei cellulari e degli altri device, infatti, registrano un punteggio più basso nei test linguistici e di alfabetizzazione: lo rivela una ricerca condotta dal Cincinnati Children’s Hospital Medical Center in Usa e pubblicata sulla rivista Jama Pediatrics.
È emerso che l’alterazione avviene a livello della sostanza bianca presente nel cervello. I ricercatori hanno osservato un’associazione tra il tempo di esposizione agli schermi digitali, la qualità del linguaggio e l’integrità della materia bianca.
Smartphone e bambini: lo studio
Gli esperti hanno osservato 47 bambini sani in età prescolare, dai 3 ai 5 anni, effettuando risonanze magnetiche con tensore di diffusione. Prima della risonanza, sono stati raccolti gli esiti dei test cognitivi e le risposte dei genitori ad un sondaggio sull’esposizione dei figli agli smartphone.
Il questionario è servito a fornire una valutazione denominata ScreenQ, un punteggio variabile in relazione al grado di pertinenza rispetto alle raccomandazioni dell’Aap (American Academy of Pediatrics). Secondo l’Aap, ad esempio, per i bambini dai 2 ai 5 anni è raccomandata un’esposizione di massimo 1 ora al giorno, insieme ad un genitore o parente, e una programmazione di alta qualità.
L’ESITO – I bambini esposti con maggiore frequenza ai device erano quelli con una qualità del linguaggio minore e un’alterazione della sostanza bianca del cervello più accentuata. La sostanza bianca, in generale, contribuisce alla mielinizzazione e, di conseguenza, alla rapidità di movimento degli impulsi nervosi.
Discussioni e limiti della ricerca
«I bambini in questo studio non stavano ancora frequentando la scuola e non stavano ancora leggendo in modo indipendente, ma crediamo che questi risultati siano estremamente rilevanti nell’ambito del costrutto dell’alfabetizzazione emergente, un processo incrementale che inizia nell’infanzia che coinvolge abilità, conoscenza e attitudini richieste per leggere e scrivere», sottolineano i ricercatori.
Gli stessi studiosi aggiungono alcune limitazioni della ricerca tra cui la dimensione del campione osservato, la prevalenza di bambini appartenenti ad un elevato status socio-economico, la discrezionalità a cui sono sottoposti i sondaggi e alcuni limiti strutturali delle metodologie cliniche adoperate nella ricerca.
Nonostante ciò, lo studio mette in risalto la necessità di avviare ulteriori studi per fissare dei limiti sull’esposizione a smartphone e tablet dei bambini e, soprattutto, fornire delle linee guida per genitori e aziende produttrici.
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