Silimarina e potenzialità antitumorali
La sostanza estraibile dal cardo mariano sembra possedere delle interessanti proprietà di contrasto alle cellule tumorali: ecco gli esiti di una revisione.
La silimarina, un composto bioattivo riscontrabile nel cardo mariano, pianta nota anche come carciofo selvatico, è una sostanza attenzionata più volte dalla ricerca nutraceutica per le sue proprietà antinfiammatorie, immunomodulatorie e antiossidanti. Diversi studi ne suggeriscono anche il potenziale chemiopreventivo e la funzione anti-proliferativa delle cellule tumorali esercitata, appunto, da questo principio attivo naturale.
Una ricerca del 2021, infatti, ha evidenziato la capacità della silimarina di regolare il ciclo cellulare, inibire la crescita tumorale e le metastasi, indurre l’apoptosi, regolare le risposte immunitarie contro le cellule tumorali e sopprimere l’angiogenesi.
Al netto delle evidenze scientifiche, uno studio recente – condotto da un team di ricercatori dell’Università di Zhejiang, in Cina – ha approfondito le proprietà antitumorali della silimarina esplorando le caratteristiche biochimiche della sostanza e verificando i suoi possibili impieghi terapeutici.
Lo studio
Uno dei problemi della silimarina negli studi preclinici è la sua scarsa solubilità in acqua, che porta a un basso assorbimento intestinale e, quindi, a una bassa biodisponibilità. Per affrontare queste sfide, sono state realizzate nuove formulazioni di silimarina che – stando a sperimentazioni – prevedono ulteriori vantaggi, tra cui un eccellente caricamento del farmaco, un rilascio prolungato, un migliore assorbimento cellulare, e prendendo di mira le cellule tumorali.
ESITI – Gli autori hanno riscontrato che la silimarina esercita attività antitumorali modulando vari segni distintivi del cancro e che svolge un ruolo protettivo contro la citotossicità indotta dalla chemioterapia.
Tuttavia, precisano gli autori, l’esito terapeutico dipende dai metodi di preparazione, dalle dimensioni e dalla carica, dal meccanismo di internalizzazione cellulare, dal suo metabolismo all’interno delle cellule, dalla distribuzione e dai materiali utilizzati.
“Ci sono alcune limitazioni e sfide nel proporre la silimarina come promettente candidato nel trattamento del cancro. A causa di studi clinici limitati, un grosso problema è la mancanza di comprensione dei rischi della silimarina negli esseri umani, come la tossicità”, si legge tra le conclusioni.
Pertanto, è necessario progettare e condurre studi clinici approfonditi prima della traduzione della silimarina sul mercato.
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