Siero di latte e controllo glicemico per i diabetici

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Siero di latte e controllo glicemico per i diabetici

Il diabete di tipo 2 (T2D) è una condizione sempre più diffusa: in quanto tale, richiede soluzioni terapeutiche efficaci. Uno dei primi segni rilevabili di disglicemia è l’aumento della glicemia postprandiale, che rappresenta un importante fattore di rischio per lo sviluppo del T2D e delle sue complicanze cardiovascolari.

Le proteine del siero di latte, a lungo conosciute come potenziali agenti benefici per la salute, sono una ricca fonte di aminoacidi essenziali, tra cui gli aminoacidi a catena ramificata leucina, isoleucina e valina. Questi aminoacidi sono noti per il loro effetto insulinotropico, stimolando la produzione di insulina e riducendo la glicemia postprandiale.

Diversi studi hanno dimostrato che l’integrazione con proteine del siero di latte può ridurre in modo significativo la glicemia postprandiale nelle persone con T2D.  L’effetto sembra dipendere dalla loro interazione con l’intestino tenue, che stimola il rilascio di ormoni gastrointestinali che regolano il glucosio postprandiale, rallentano lo svuotamento gastrico e sopprimono l’appetito.

Uno studio recente pubblicato su The American Journal of Clinical Nutrition ha esaminato gli effetti dei precarichi di proteine del siero di latte sulla glicemia postprandiale, insulina e ormoni gastrointestinali.

Lo studio

I ricercatori hanno coinvolto individui sani (giovani e anziani), persone con obesità, sindrome metabolica e diabete di tipo 2 (T2D). 

I risultati ottenuti sono estremamente significativi, dimostrando il notevole potenziale delle proteine del siero di latte nel moderare in modo marcato e dose-dipendente le escursioni glicemiche postprandiali.

Durante il periodo postprandiale, infatti, è stato osservato che il siero di latte ha determinato un abbassamento significativo dei livelli di glucosio, raggiungendo il picco tra i 30 e i 60 minuti dopo i pasti. 

Questo fenomeno può essere attribuito al rallentamento dello svuotamento gastrico, che sembra essere il principale meccanismo di azione del siero di latte nel controllare la glicemia”, osservano gli autori. 

Inoltre, l’analisi dei dati ha mostrato un aumento variabile del peptide simile al glucagone (GLP-1) durante il periodo postprandiale, sebbene non sempre costante. Questo risultato può essere spiegato dal fatto che il rallentamento dello svuotamento gastrico indotto dal precarico di siero di latte attenua la risposta del GLP-1 al pasto successivo. 

Implicazioni cliniche e prospettive future

I risultati dello studio supportano l’uso delle proteine del siero di latte come complemento alimentare per il controllo glicemico nel T2D. 

Tuttavia, ulteriori ricerche sono necessarie per definire la dose e la tempistica ottimali, nonché per valutare i benefici in diverse condizioni metaboliche. 

Nonostante ciò, le proteine del siero di latte mostrano un promettente potenziale come strategia terapeutica semplice, economica e sicura per la gestione del diabete di tipo 2 e delle sue complicanze cardiovascolari.

FONTE: The American Journal of Nutrition

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