Salute dell’intestino e umore: il ruolo della rifaximina
Uno studio ha riscontrato ansia e depressione tra i pazienti affetti da sovracrescita di batteri nell’intestino: la rixafimina porta benefici?
La composizione ottimale dei batteri intestinali è una condizione essenziale per una buona salute, compreso lo stato mentale secondo diversi studi. La flora intestinale, che svolge funzioni digestive, protettive, metaboliche e immunoregolatrici, è modificata da vari fattori, tra cui dieta scorretta, assunzione di farmaci e altri elementi.
Uno studio a firma di un’equipe di ricercatori dell’Università di Lodz, in Polonia, ha valutato lo stato mentale e i disturbi gastrointestinali dei pazienti con crescita eccessiva batterica dell’intestino tenue in relazione al metabolismo del triptofano, una molecola fondamentale per il benessere emotivo, e al trattamento con rifaximina.
Lo studio
Gli autori hanno raccolto i dati di 120 soggetti, di età compresa tra 23 e 61 anni, dopo averli divisi in 3 gruppi, di 40 individui ciascuno: soggetti sani, pazienti con SIBO (sindrome caratterizzata dalla crescita eccessiva di batteri nell’intestino) con diarrea cronica o con costipazione cronica.
Per diagnosticare la SIBO, i volontari sono stati sottoposti al breath test al lattulosio: un esame diagnostico che si effettua mediante la raccolta e l’analisi di campioni di aria espirata finalizzato a rilevare un’eventuale sovracrescita di batteri intestinali.
Lo stato mentale dei pazienti è stato valutato utilizzando le scale di Hamilton della depressione e dell’ansia, il valore del triptofano e dei suoi metaboliti: acido 5-idrossiindolacetico, chinurenina , acido xanturenico e acido chinolinico.
Ai pazienti con SIBO è stato raccomandato di assumere rifaximina, principio attivo somministrato per curare le infezioni intestinali, per 10 giorni alla dose giornaliera di 1200 mg. Questo ciclo è stato ripetuto nei due mesi successivi.
ESITI – I ricercatori hanno riscontrato ansia lieve e moderata oltre a depressione lieve in tutti i pazienti SIBO, oltre a meccanismi alterati nella produzione di triptofano.
Il trattamento con rifaximina dei pazienti affetti da SIBO, però, ha migliorato i loro disturbi dell’umore e il metabolismo del triptofano.
“Il trattamento con rifaximina ha ridotto la popolazione batterica nel tratto gastrointestinale, ha migliorato il metabolismo del triptofano riducendo la quantità di metaboliti neurotossici e ha ridotto gli alimenti gastrointestinali e i disturbi dell’umore. Pertanto, la rifaximina può essere considerata nella prevenzione e nel trattamento delle complicanze correlate alla SIBO”, si legge tra le conclusioni degli autori.
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