Probiotico bifidus e benefici intestinali
Il Bifidobacterium longum ha evidenziato interessanti proprietà antinfiammatorie in grado di alleviare i danni intestinali provocati da un’alimentazione ricca di grassi.
Diversi studi hanno evidenziato la capacità dei bifidobatteri di prevenire o alleviare il danno della barriera epiteliale intestinale, oltre alle loro molteplici proprietà antinfiammatorie. Nello specifico, il ceppo Bifidobacterium longum ha dimostrato, a più riprese, di ridurre la colite indotta nei topi.
Un’equipe di ricercatori provenienti da vari centri accademici cinesi ha indagato ulteriormente sui presunti benefici intestinali esercitati da questa famiglia di probiotici, soffermandosi sui ceppi K5 e K15 in modo da rilevarne eventuali differenze nell’efficacia dell’azione antinfiammatoria.
“Bifidobacterium è il genere più abbondante nei microbi intestinali infantili e si riduce significativamente con l’età (…). Pertanto, isolare i nuovi ceppi efficaci di Bifidobatteri dai bambini è essenziale per inibire le risposte infiammatorie e proteggere la barriera intestinale”, scrivono gli autori.
Lo studio
Dopo aver isolato un campione di B. longum subsp. longum K5 e K15 prelevato dalle feci di un bambino e conservato in laboratorio, gli studiosi hanno sottoposto i probiotici ad alcune procedure chimiche prima di testarne le proprietà antinfiammatorie nel modello cellulare RAW 264.7 con infiammazione indotta da una dieta ricca di grassi, soffermandosi su due tipologie cellulari: cellule HT-29 (colon umano) e cellule Caco-2 (barriera epiteliale intestinale).
ESITI – I risultati hanno mostrato un’elevata capacità dei probiotici bifidus di inibire l’Escherichia Coli, agente batterico comune responsabile di alcune infezioni che provocano – tra le altre cose – la diarrea, e un’altrettanta elevata capacità di stimolare la produzione di acido acetico, un acido grasso a catena corta in grado di regolare il pH, attraverso il metabolismo dei carboidrati.
Inoltre, il ceppo K5 ha ridotto significativamente le citochine pro-infiammatorie, il mediatore infiammatorio ROS ed il livello di NO (monossido di azoto) nelle cellule RAW 264.7.
“Gli esiti suggeriscono che il B. longum subsp. longum K5 potrebbe essere potenzialmente utilizzato come elemento per integratori alimentari con capacità di protezione delle cellule epiteliali antinfiammatorie e intestinali”, concludono gli autori.
FONTE: Journal of Functional Foods

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