Pasti e rischio malattia cardiovascolare aterosclerotica

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donna mangia patatine in strada

Pasti e rischio malattia cardiovascolare aterosclerotica

Mangiare a casa o fuori impatta sul rischio di malattia cardiovascolare aterosclerotica? Prova a rispondere uno studio condotto su oltre 23 mila persone.

La malattia cardiovascolare aterosclerotica (ASCVD) rappresenta una delle principali cause di morbilità e mortalità nel mondo. Mentre l’importanza di una dieta equilibrata nella prevenzione delle malattie cardiovascolari è ben nota, la relazione tra la frequenza alimentare e l’ASCVD è stata a lungo dibattuta. 

Tuttavia, uno studio recente condotto nella regione rurale dell’Henan, in Cina, ha fornito nuove evidenze.

Lo studio

Il team di ricerca ha reclutato un ampio campione di 23.014 partecipanti dallo studio di coorte rurale dell’Henan. Utilizzando un questionario faccia a faccia, sono state raccolte informazioni sulla frequenza dei pasti consumati a casa (AHE) e fuori casa (OHE). 

I ricercatori hanno quindi valutato l’associazione tra la frequenza di OHE e AHE e il rischio di ASCVD a 10 anni utilizzando l’analisi di regressione logistica. Inoltre, è stata eseguita un’analisi di mediazione per determinare se l’indice di massa corporea (BMI) giocasse un ruolo di mediazione nell’associazione tra la frequenza dei pasti e il rischio di ASCVD.

ESITI – I risultati hanno rivelato che i partecipanti che mangiavano fuori casa 7 o più volte a settimana avevano un rischio due volte maggiore di malattia cardiovascolare aterosclerotica a 10 anni rispetto a coloro che non consumavano pasti fuori casa. 

D’altra parte, coloro che consumavano tutti i pasti a casa (21 volte a settimana) avevano un rischio ridotto del 38,9% di sviluppare ASCVD rispetto a coloro che consumavano pasti a casa meno di 11 volte. 

Inoltre, l’analisi di mediazione ha rivelato che il BMI potrebbe spiegare parzialmente l’associazione tra la frequenza dei pasti e il rischio di ASCVD, con il 25,3% e il 36,6% della relazione mediata dal BMI.

Questo studio, quindi, suggerisce che la frequenza dei pasti consumati fuori casa è associata ad un aumentato rischio di sviluppare ASCVD, mentre consumare tutti i pasti a casa è correlato ad un ridotto rischio di malattia cardiovascolare. 

Allo stesso tempo, il BMI sembra svolgere un ruolo di mediazione parziale nell’associazione tra la frequenza dei pasti e l’ASCVD. 

Questi risultati suggeriscono l’importanza di implementare strategie di promozione della salute che incoraggino la frequenza dei pasti a casa e scoraggino i pasti fuori casa frequenti come approccio efficace per prevenire e controllare l’ASCVD.

In attesa di ulteriori ricerche, incoraggiare un maggior consumo di pasti a casa potrebbe rivelarsi una strategia efficace per prevenire la malattia cardiovascolare e migliorare la salute generale della popolazione.


FONTE: European Journal of Nutrition

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