Mangiare lentamente aiuta a non ingrassare?
Prova a rispondere uno studio condotto su un ampio campione eterogeneo di adulti cinesi: ecco gli esiti.
La crescente incidenza globale dell’obesità è diventata un problema di salute pubblica che si traduce in un aumento del rischio di ipertensione, dislipidemia, diabete, malattie cardiovascolari, malattie della cistifellea e altri disturbi.
Mangiare lentamente è stato segnalato come una strategia comportamentale semplice ed efficace per controllare l’assunzione di energia e quindi il peso corporeo. Tuttavia, nessuno studio precedente aveva esplorato l’associazione tra velocità alimentare e distribuzione del grasso.
Ecco perché un team di ricercatori provenienti dall’Università di Zhejiang, in Cina, ha esplorato l’associazione soffermandosi sulle differenze tra i diversi gruppi di età o indice di massa corporea.
Lo studio
Al fine di valutare le associazioni tra velocità del pasto, circonferenza della vita e percentuali di massa grassa totale, gli autori hanno raccolto i dati di 4.770 partecipanti di età compresa tra 18 e 30 anni.
I volontari, suddivisi in tre categorie in base alla durata del pasto, sono stati intervistati faccia a faccia da personale qualificato per completare i questionari sulle caratteristiche demografiche (età, sesso, stato civile e livello di istruzione), stile di vita (fumo, alcol, tipo di pasto, attività fisica e qualità del sonno) e storia clinica.
ESITI – Mangiare lentamente era significativamente correlato ad una circonferenza della vita inferiore e una percentuale inferiore di massa grassa totale. Dopo la stratificazione per età o stato di obesità, le associazioni erano particolarmente importanti tra i partecipanti di età compresa tra 18 e 44 anni o quelli con indice di massa corporea inferiore a 24 kg/m 2.
Non sono state riscontrate, invece, tendenze significative per i partecipanti di età compresa tra 65 e 80 anni o per coloro che erano in sovrappeso/obesi.
“Mangiare lentamente è strettamente associato a una migliore distribuzione del grasso tra individui relativamente giovani e di peso normale”, si legge tra gli autori dello studio.
“In futuro dovrebbero essere condotti studi di coorte prospettici e prove di intervento per analizzare ulteriormente l’associazione tra velocità alimentare e distribuzione dei grassi per chiarire il meccanismo alla base di questa associazione”: questa la conclusione dei ricercatori.
FONTE: Nutrition and Metabolism
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