Malattie cardiovascolari: le donne sono realmente più esposte?
La rivista Lancet ha pubblicato un focus sui fattori di rischio delle malattie cardiovascolari e sulle differenze tra uomini e donne.
Le donne sono maggiormente esposte alla malattie cardiovascolari? Alcuni studi sembrano suggerire una risposta positiva, tuttavia queste ricerche hanno spesso tralasciato alcune importanti variabili. Come, per esempio, l’impiego o meno di farmaci per la prevenzione, l’incidenza del reddito, il contesto sociale e, in generale, le strategie preventive adottate. Oltre ad alcune limitazioni sulla raccolta dei dati. Per questo studio di coorte, invece, è stato adottato un approccio più approfondito.
I ricercatori volevano ottenere informazioni più dettagliate sull’impatto delle malattie cardiovascolari in relazione al sesso. Soprattutto di infarto miocardico, ictus cerebrale, scompenso cardiaco e morte prematura.
Malattie cardiovascolari e differenze tra donne e uomini: lo studio
Sono stati raccolti i dati di circa 200 mila persone, di età inclusa tra 35 e 70 anni provenienti da comunità urbane e rurali di 27 Paesi: questi numeri piuttosto significativi danno l’idea della portata dello studio prospettico intitolato PURE (Prospective Urban Rural Epidemiological). Gli studiosi hanno registrato le informazioni socio-demografiche dei partecipanti, i fattori di rischio, l’uso di farmaci, le indagini cardiache e gli interventi. Partecipanti che sono stati sottoposti a dei follow-up di monitoraggio.
GLI ESITI – Prendendo in considerazione il campione osservato, le donne avevano un carico di fattori di rischio per le malattie cardiovascolari inferiore rispetto agli uomini.
In primo luogo, i ricercatori hanno osservato una maggiore attitudine da parte delle donne ad adottare strategie di prevenzione primaria, soprattutto di comportamenti salutari e uso di medicinali comprovati, a differenza della prevenzione secondaria (test diagnostici e procedure di rivascolarizzazione) che è risultata più frequenti tra gli uomini. Nonostante ciò, le donne – complessivamente – hanno registrato un minor rischio di eventi cardiovascolari ricorrenti ed una mortalità inferiore dopo un episodio cardiovascolare rispetto agli uomini.
“Sono stati osservati risultati costantemente migliori nelle donne rispetto agli uomini in quelli senza e in quelli con malattie cardiovascolari. Sono state osservate maggiori lacune nella gestione delle malattie e risultati peggiori sia nelle donne che negli uomini nei paesi più poveri rispetto ai paesi più ricchi. Pertanto, sono garantiti maggiori sforzi per migliorare la prevenzione e la gestione delle malattie cardiovascolari in donne e uomini in tutto il mondo, ma soprattutto nei paesi a basso e medio reddito”, concludono gli autori.
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