Italiani sempre più esposti alle malattie cardiovascolari

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Italiani sempre più esposti alle malattie cardiovascolari

Dal rapporto dell’ISS emerge un quadro preoccupante: 4 italiani su 10 sono in sovrappeso. E l’attività fisica è praticamente una chimera, soprattutto in Campania e Basilicata.  

Un po’ il lockdown, un po’ le cattive abitudini alimentari che sono progressivamente diventate pratiche ricorrenti nel nostro Paese già prima che esplodesse l’emergenza sanitaria del coronavirus, gli italiani sono sempre più esposti alle malattie cardiovascolari. La conferma arriva da un preoccupante report pubblicato dall’ISS (Istituto Superiore della Sanità) che ha evidenziato il cattivo rapporto degli italiani con il pesoforma e l’attività fisica e, più in generale, con tutte le variabili che possono incidere negativamente sulla salute cardiovascolare.

Un’indagine pubblicata dall’ISS evidenzia il cattivo rapporto degli italiani con la forma fisica e i fattori di prevenzione cardiovascolare, tra le motivazioni emerge la scarsa propensione a mangiare frutta e verdura.

Italiani e fattori di rischio cardiovascolare: i numeri

Quattro italiani su dieci sono alle prese con problematiche di peso, percentuale che aumenta ulteriormente tra gli over 65 (6 su 10). Tra le motivazioni principali emerge un consumo ridotto di frutta e verdura rispetto a qualche anno fa e una maggiore attitudine alla sedentarietà. Infatti, soltanto 1 italiano su 10 mangia almeno 5 porzioni al giorno di alimenti vegetali – così come raccomandato dalle linee guida – e la scarsa propensione al movimento fisico è diffusa per tutte le fasce di popolazione, ma in maniera particolare tra le donne e le persone con uno status economico più svantaggiato e/o un basso livello d’istruzione

Le regioni meritevoli della maglia nera per quanto riguarda l’attività fisica sono Campania e Basilicata: più del 50% delle persone intervistate ha dichiarato di adottare uno stile di vita sedentario. Altri numeri negativi sono emersi per quanto riguarda i fumatori (1 su 4 non rinuncia alle sigarette) e i consumatori abituali di alcol (1 su 6 eccede nel consumo). Le regioni maggiormente popolate da fumatori risiedono soprattutto nel Centro-Sud, in particolare Abruzzo, Umbria, Lazio e Sicilia.

L’importanza della prevenzione

Eppure gli italiani dovrebbero essere i principali ambasciatori della dieta mediterranea, ovvero di quel regime alimentare che – a detta degli esperti – si sposa meglio con la salute e la prevenzione cardiovascolare. Ripartire innanzitutto dalla tradizione, quindi da un’alimentazione sana e bilanciata ricca di frutta, verdura e legumi, può rappresentare un primo passo importante verso un cambio di rotta. Spesso mangiare bene non basta, quindi l’adozione di uno stile di vita all’insegna di qualche sport o semplicemente di una maggiore attitudine al movimento. Come abbiamo pubblicato a più riprese su questo blog, anche una semplice passeggiata al giorno può portare a numerosi effetti positivi. Non soltanto per il fisico, ma anche per il sonno, il benessere mentale e la prevenzione

Gli autori dell’indagine sottolineano l’importanza di intraprendere serie iniziative di prevenzione attraverso un’azione capillare da parte dei dipartimenti territoriali per non avere conseguenze ancora più serie per la salute pubblica.

FONTE: ISS

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Comments (2)

  • I viaggi di Salvo e Morena (@iViaggidiSalvo) rispondere

    In realtà, contrariamente a quanto dice l’articolo, si vedono in giro molti più contadini e operai in bicicletta che medici, avvocati e capitani d’industria.
    Quindi la parte dell’attività fisica legata allo status economico o al livello di istruzione è un tantino campata in aria.

    20 Luglio 2020 a 13:41
    • Andrea Avitabile rispondere

      Salve, l’articolo fa riferimento ad un report pubblicato dall’Istituto Superiore della Sanità. L’indagine, condotta su un campione significativo di partecipanti (elaborata attraverso questionari), ha portato all’individuazione di una correlazione tra basso status economico/livello d’istruzione e minore attitudine all’attività fisica. Come tutte le ricerche statistiche-osservazionali, lo studio fornisce un’indicazione significativa seppur si esponga ai limiti che inevitabilmente comporta questo tipo di approccio (a causa soprattutto della discrezionalità delle risposte fornite dai partecipanti). Tuttavia lo studio è citato sul portale della massima istituzione nazionale in tema di salute e benessere e non riteniamo che le conclusioni siano campate in aria.

      Se è interessato all’argomento, la invitiamo ad approfondire direttamente dalla fonte riportata a margine dell’articolo.

      Buona giornata e continui a seguirci :)

      20 Luglio 2020 a 17:18

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