Infarto: individuato un nuovo fattore di rischio

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Infarto: individuato un nuovo fattore di rischio

Ai più noti fattori di rischio tra cui colesterolo alto, ipertensione e fumo se ne aggiunge un altro, ovvero la presenza nel sangue di Escherichia Coli, un noto batterio prevalentemente intestinale: lo rivela uno studio italiano.

Un importante passo in avanti nella cura e nella prevenzione della trombosi coronarica è stato compiuto grazie ad una ricerca italiana. Uno studio condotto in sinergia tra l’Università La Sapienza di Roma e l’Emodinamica di Terni ha evidenziato il ruolo dell’Escherichia Coli, uno dei più comuni batteri intestinali, nella formazione della trombosi coronarica.

Lo studio, di assoluto rilievo internazionale, è stato pubblicato sulla rivista scientifica European Heart Journal. Si tratta di una scoperta innovativa che dà un contributo significativo alla ricerca sull’individuazione di nuovi possibili percorsi terapeutici per il trattamento e la prevenzione di alcune patologie cardiovascolari come ictus e infarto del miocardio

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Uno studio italiano ha evidenziato la correlazione tra rischio di infarto e presenza di Escherichia Coli nel sangue.

Trombosi coronarica ed Escherichia Coli: lo studio

Gli esperti hanno osservato un campione di 150 persone, pazienti del Policlinico Umberto I di Roma e dell’Emodinamica di Terni, per un periodo di oltre 5 anni. Ai ricercatori è stata affiancata un’equipe di cardiologi e biologi coordinati dal prof. Francesco Violi, direttore della clinica medica dell’ospedale romano.

L’ESITO – Tra le cause dell’infarto è emerso il ruolo dell’Escherichia Coli, un batterio intestinale comune che provocando infezione incentiva la coagulazione delle arterie coronarie. I ricercatori, infatti, hanno riscontrato una presenza massiccia di questo batterio nel sangue dei pazienti colti da infarto a differenza dei soggetti facenti parte del gruppo di controllo. 

Ai microfoni de IlMessaggero.it il prof. Marcello Dominici, direttore dell’Emodinamica di Terni, sottolinea le prospettive derivanti dagli esiti ottenuti: «Questi risultati, riprodotti anche negli animali aprono la strada sia a terapie mirate da somministrare in fase acuta tramite molecole che inibiscono il legame tra batterio e placca arteriosclerotica, sia a un vaccino anti-infarto che prevenga cioè il processo di trombosi delle coronarie».

Quindi, la presenza di Escherichia Coli nel sangue si aggiunge ai fattori di rischio già noti tra cui colesterolo alto, ipertensione, stress, stile di vita sedentario, cattiva alimentazione, fumo e diabete

FONTE: European Heart Journal

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