“Il coronavirus minaccia la salute mentale pubblica”

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“Il coronavirus minaccia la salute mentale pubblica”

“Le sofferenze psicologiche legate al coronavirus dovrebbero essere un tema prioritario di tutti i governi”: l’appello di Devora Kestel e Antonio Guterres, rispettivamente direttrice del dipartimento di salute mentale e segretario generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Su questo blog abbiamo già parlato a più riprese delle tante ripercussioni che il coronavirus sta avendo sul benessere mentale delle persone. Dall’ansia e la depressione degli operatori sanitari allo stress dovuto alle preoccupazioni sulla salute e sul futuro lavorativo, fino all’affaticamento da conference call, la pratica di smart working più adoperata dalle aziende in questo periodo di quarantena forzata. 

In questi giorni, a rilanciare l’allarme è arrivata anche la voce autorevole di Devora Kestel, direttrice del dipartimento di salute mentale dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). “Anche la salute mentale, non solo quella fisica, è a rischio a causa della pandemia di coronavirus” ha dichiarato durante un briefing con alcuni giornalisti in cui ha presentato il rapporto Onu su questo argomento.

La direttrice ha sottolineato la necessità di rendere questo tema una priorità di tutti i governi. “L’isolamento, la paura, l’incertezza, le turbolenze economiche, tutti questi elementi causano o potrebbero causare sofferenze psicologiche”, ha ribadito, evidenziando così l’urgenza di adottare seri provvedimenti per contrastare l’attuale incremento di malattie mentali. Un rischio che non risparmia nessuno: dai medici impegnati in prima linea ai bambini sottratti alla socialità. 

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L’OMS lancia l’allarme: il coronavirus è una minaccia per la salute mentale pubblica.

“La salute mentale è al centro della nostra umanità”

Così il direttore generale dell’OMS, Antonio Guterres, ha voluto aprire il videomessaggio rivolto alla popolazione, ai governanti e a tutte le istituzioni mondiali sull’emergenza coronavirus. “Il virus COVID-19 non sta solo attaccando la nostra salute fisica, sta anche aumentando la sofferenza psicologica. Dolore per la perdita dei propri cari, shock per la perdita dei posti di lavoro, isolamento e restrizioni ai movimenti, dinamiche familiari difficili, incertezza e paura per il futuro”. 

I problemi di salute mentale, inclusi depressione e ansia, sono alcune delle maggiori cause di sofferenza nel nostro mondo. Per tutta la vita – prosegue Guterres – e nella mia famiglia sono stato vicino a medici e psichiatri che trattano queste condizioni. Come primo ministro del mio paese, il Portogallo, e come alto commissario per i rifugiati, sono diventato profondamente consapevole della sofferenza che causano. Questa sofferenza è spesso esacerbata dallo stigma e dalla discriminazione, il che è assolutamente inaccettabile”. 

Guterres punta il dito anche sulla mancanza di investimenti fatti negli ultimi anni per quanto riguarda i servizi di prevenzione e trattamento delle patologie mentali: “I servizi di salute mentale sono una parte essenziale di tutte le risposte del governo a COVID-19. Devono essere ampliati e interamente finanziati. Le politiche devono supportare e prendersi cura delle persone affette da condizioni di salute mentale e proteggere i loro diritti umani e la loro dignità. I blocchi e le quarantene non devono discriminare le persone con cattive condizioni di salute mentale.

Man mano che ci riprendiamo dalla pandemia, dobbiamo spostare più servizi di salute mentale nella comunità e assicurarci che la salute mentale sia inclusa nella copertura sanitaria universale”.

“Le Nazioni Unite – conclude Guterres – sono fortemente impegnate nella creazione di un mondo in cui tutti, ovunque, abbiano qualcuno a cui rivolgersi per il supporto psicologico”.

FONTE: ONU

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