Gusti a tavola: è questione di Dna
Alcune preferenze alimentari dipendono da varianti genetiche: lo rivela uno studio giapponese.
Dolce o salato? Carne o pesce? Quella che sembra una questione di gusti in realtà potrebbe essere una questione di geni. A rivelarlo è l’esito di uno studio giapponese pubblicato sulla rivista Nature Human Behaviour: le preferenze a tavola potrebbero dipendere dal Dna! Si tratta di una ricerca piuttosto inedita perché, di norma, gli studi sul genoma sono finalizzati ad indagare associazioni tra variazioni genetiche e determinate patologie.
“Siamo ciò che mangiamo, ma abbiamo scoperto che a definire ciò che mangiamo è come siamo”: tramite una nota ufficiale, gli studiosi dell’Università di Osaka hanno giocato sul noto aforisma del filosofo Ludwig Feuerbach per sintetizzare l’esito della propria ricerca. Si è trattato di un maxi-studio che ha raccolto i dati genetici e le preferenze alimentari di oltre 160 mila giapponesi.
Gusti alimentari e Dna: lo studio
Dopo aver raccolto i dati del progetto BioBank Japan, un grande database che dal 2003 raccoglie informazioni cliniche e statistiche di oltre 160 mila giapponesi tramite la somministrazione di questionari, gli esperti hanno riscontrato nove geni associati al consumo di caffè, tè, alcool, yogurt, formaggio, tofu, pesce, verdure e carne.
In particolare, sono state individuate varianti genetiche legate all’attitudine di preferire i sapori amari, soprattutto tra le persone che consumano abitualmente tofu. Inoltre, il gusto per l’amaro è stato associato anche ad una maggiore predisposizione a bere alcolici. Più in generale, chi tendeva a preferisce alimenti come pesce, tofu e verdure aveva dei geni che li rendeva più sensibili ai gusti salati o “carnosi”. Lo stesso schema è stato riscontrato anche per i latticini, il cui massiccio consumo è stato associato a determinati varianti genetiche.
Gli studiosi hanno, inoltre, evidenziato come la preferenza genetica per alcune tipologie di alimenti sia associata ad una maggiore probabilità di sviluppare specifiche patologie tra cui il diabete di tipo 2.
Già un altro studio, condotto nel 2014, aveva individuato una correlazione tra preferenze alimentari e variabili genetiche, evidenziando come il gusto per l’amaro dipendesse da un gene specifico (hTAS2R38) e come determinati alimenti rilasciassero molecole in grado di legarsi o meno ad esso.
FONTE: CNN Health

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