Gastrodina e proprietà cardioprotettive
Questo composto, ricavabile dalla Gastrodia elata, si è rivelato efficace nella gestione e nella prevenzione dell’infarto del miocardio: ecco in che modo.
La Gastrodia elata è una pianta medicinale che viene utilizzata in medicina tradizionale cinese per il trattamento di mal di testa, vertigini, insonnia, dolore muscolare e crampi. La gastrodina, un composto attivo presente nella pianta, è stata recentemente studiata per il suo potenziale effetto cardioprotettivo.
Tra questi c’è uno studio condotto da un team di ricercatori dell’Università Medica di Dalian, che ha provato ad esplorare il meccanismo alla base degli effetti della gastrodina, soffermandosi in particolare sugli effetti rispetto all’autofagia, un processo biologico di degradazione/riciclaggio di materiale citoplasmatico/organelli cellulari.
Quando è regolare, l’autofagia è un processo importante per mantenere l’omeostasi, ma se fuori controllo può diventare dannosa e contribuire alla progressione di disturbi cardiovascolari come l’infarto del miocardio. Per questo motivo, la ricerca si sta concentrando su sostanze naturali in grado di modulare l’autofagia tra cui resveratrolo, curcumina e berberina. E, appunto, la gastrodina.
Nello specifico, questa ricerca puntava a comprendere gli effetti di questa sostanza naturale su possibili piroptosi ed effetti antiapoptotici sul miocardio. In altre parole, gli autori volevano comprendere la gastrodina come sostanza naturale per la prevenzione e la gestione delle malattie cardiovascolari.
Lo studio
Studi precedenti hanno mostrato risultati contrastanti riguardo all’effetto dell’autofagia sulla funzione cardiaca, quindi è stato condotto uno studio per valutare l’effetto del gastrodina, un composto naturale, sull’autofagia durante l’infarto del miocardio.
La gastrodina è stata somministrata ai cardiomiociti esposti all’OGD, quindi privi di ossigeno/glucosio, (analisi in vitro) e ai ratti (analisi in vivo) con occlusione dell’arteria coronaria sinistra.
ESITI – I risultati hanno mostrato un miglioramento significativo del danno cellulare e del tessuto cardiaco associato all’infarto. Anche l’analisi dell’autofagia ha mostrato che l’OGD e occlusione dell’arteria hanno indotto l’autofagia: quest’ultima è stata soppressa dal trattamento con gastrodina.
“I dati ottenuti collettivamente hanno confermato gli effetti cardioprotettivi della gastrodina e hanno ulteriormente spiegato il meccanismo sottostante. Tuttavia, l’asse miR-30a-5p/ATG5 era solo uno dei molteplici percorsi alternativi influenzati dall’infarto del miocardio e dal trattamento con questo composto”, spiegano gli autori.
Questi risultati suggeriscono che la gastrodina potrebbe avere un effetto cardioprotettivo e che la modulazione dell’autofagia potrebbe essere un approccio utile per trattare disturbi cardiovascolari. Ad ogni modo, l’applicazione del composto per la gestione dei disturbi correlati all’infarto deve basarsi su una ricerca futura più completa.
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