Funghi e prevenzione dal cancro alla prostata

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Funghi e prevenzione dal cancro alla prostata

Secondo gli esiti di uno studio giapponese pubblicato sull’International Journal of Cancer, il consumo abitudinario di funghi sarebbe associato ad un minor rischio di cancro alla prostata.

Alcune ricerche evidenziano il cancro alla prostata come uno dei tumori statisticamente più frequenti tra gli uomini, oltre che una delle principali motivazioni di morte: uno studio del 2020 suggerisce che il consumo di funghi potrebbe aiutare a ridurne il rischio di insorgenza.

I funghi sono stati a lungo usati come fonte di cibo e medicine nelle culture asiatiche anche per le loro supposte proprietà antitumorali”, scrivono gli autori provenienti dall’Università di Tohoku, in Giappone. Proprietà in parte dimostrate dagli esiti di studi recenti in campo nutraceutico, come una ricerca statunitense che ha rilevato una probabilità di morte prematura significativamente inferiore tra le persone che consumavano funghi. Complice, verosimilmente, la capacità dei funghi di veicolare un importante numero di micronutrienti essenziali per l’organismo, come rilevato da un altro studio

Effetti virtuosi di contrasto al cancro alla prostata

Nel 2019, una ricerca sempre condotta in Giappone ha osservato l’attività biologica dell’assunzione di funghi sulla recidiva del cancro alla prostata. In quello studio, diverse dosi di polvere di fungo bianco (cioè, Agaricus bisporus) sono state assunte da pazienti con cancro alla prostata biochimicamente ricorrente. 

Durante lo studio, nel 36% dei pazienti è stata osservata una diminuzione dei livelli di antigene prostatico specifico, che viene utilizzato come indicatore di recidiva della malattia, suggerendo che l’assunzione di funghi potrebbe modulare i livelli di questo enzima tra i pazienti affetti da questa forma tumorale. 

I funghi possono aiutare a prevenire il cancro alla prostata?

È la domanda alla quale hanno provato a dare risposta gli autori di questo paper scientifico. 

Analizzando i dati di 36.499 uomini, di età compresa tra 40 e 79 anni, che hanno partecipato allo studio di coorte Miyagi nel 1990 e allo studio di coorte Ohsaki nel 1994 e seguiti in media per circa 13 anni, i ricercatori hanno raccolto informazioni sul consumo di funghi rilasciate in un questionario di frequenza alimentare convalidato. 

ESITI – In tutto sono stati identificati 1.204 casi di cancro alla prostata (3,3%): gli autori hanno riscontrato una relazione inversa tra consumo di funghi e insorgenza tumorale

In altre parole, le persone che mangiavano funghi più volte alla settimana avevano una minore probabilità di sviluppare cancro alla prostata. “Il meccanismo d’azione rimane incerto”, precisano gli autori, i quali hanno individuato nell’ergotioneina – un antiossidante – e nella sua spiccata capacità di mitigare lo stress ossidativo una delle motivazioni di questa azione virtuosa. 

In definitiva, questa ricerca suggerisce che l’assunzione abituale di funghi potrebbe aiutare a ridurre il rischio di cancro alla prostata. Sono, tuttavia, necessari ulteriori studi condotti su altre popolazioni e in altri contesti per confermare questa relazione.

FONTE: International Journal of Cancer

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