Frutta secca ed effetti sul metabolismo del triptofano
Mangiare frutta a guscio fa bene soprattutto perché pare che influenzi positivamente il triptofano, un aminoacido fondamentale per il benessere del sistema cardiovascolare.
Le noci sono un’ottima fonte di sostanze nutrienti. Inoltre, come suggerito da alcuni studi, esercitano diversi benefici per la salute, in particolare perché si presume possa aiutare a prevenire episodi cardiovascolari.
Non a caso, la frutta a guscio viene spesso suggerita dai nutrizionisti come alimento spezzafame in quanto riesce a stimolare la sazietà senza far ingrassare, a patto che se ne consumi in quantità moderata (sono alimenti comunque dall’elevato apporto calorico).
Uno studio precedente aveva evidenziato come il consumo di 42,5 grammi di frutta a guscio mista come parte della dieta ipocalorica per 12 settimane portasse a perdita di peso, aumento della sazietà, diminuzione della pressione arteriosa diastolica e diminuzione della frequenza cardiaca.
Lo stesso team di studiosi – composto da ricercatori provenienti da vari istituti di Los Angeles – ha voluto approfondire questi effetti della frutta secca analizzandone le variazioni sul microbioma intestinale utilizzando campioni fecali e di sangue, con un focus sul metabolismo del triptofano: un fattore nelle malattie cardiovascolari nonché precursore della serotonina, il cosiddetto ormone del buonumore.
Lo studio
Gli autori hanno raccolto plasma e feci di 95 individui in sovrappeso che hanno consumato giornalmente frutta a guscio o salatini come parte di una dieta dimagrante ipocalorica per 12 settimane seguita da un programma di mantenimento del peso ipocalorico per ulteriori 12 settimane.
ESITI – Il metabolismo triptofano-chinurenina è stato ridotto solo nel gruppo che consumava frutta a guscio. Allo stesso modo, i cambiamenti nel metabolismo triptofano-serotonina (settimana 24) e triptofano-indolo (settimana 12) sono aumentati in chi consumava frutta a guscio.
Invece, per quanto riguarda i cambiamenti microbici, non sono emerse differenze significative tra i due gruppi, fatta eccezione per il batterio del genere Paludicola sensibilmente risultato più abbondante nel gruppo della frutta secca.
“Sorprendentemente, non rileviamo cambiamenti nella composizione batterica tra i gruppi di intervento durante la perdita di peso”, scrivono gli autori. “Resta da esplorare se gli effetti del consumo di frutta secca e della restrizione calorica sul metabolismo microbico del triptofano derivino da una funzione microbica alterata o da una complessa interazione microbioma-ospite”, concludono.
In attesa di ulteriori sviluppi, resta il fatto che le attuali evidenze scientifiche conferiscono alla frutta secca il ruolo di snack salutari.
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