Estratto di perla ed azione antidepressiva
Uno studio sui topi ha evidenziato delle interessanti potenzialità per il benessere mentale dell’estratto ricavabile dallo strato madreperlaceo sedimentato sul guscio delle ostriche.
Oltre ad essere preziose, eleganti e ricercate per la produzione di magnifici gioielli, le perle contenute nelle ostriche sembrano avere anche interessanti proprietà antidepressive: questo è quanto emerso da una recente ricerca condotta da Tomoki Omachi e altri ricercatori della Muroran Institute of Technology, in Giappone.
Nello specifico, la polvere di perle – ricavabile sia dalle perle stesse che dai gusci (strato madreperlaceo) – viene tradizionalmente impiegata nella medicina orientale per il trattamento di alcuni disturbi, tra cui convulsioni, epilessia e miopia, ma anche come ingrediente per lo sviluppo di alimenti funzionali e cosmetici.
Al netto delle sue interessanti proprietà benefiche, gli studiosi giapponesi hanno voluto studiarne il potenziale antidepressivo tramite uno studio in vivo condotto sui topi con disturbo depressivo maggiore e ansia indotte da somministrazione di LPS (lipopolisaccaride), una endotossina.
Lo studio
Dopo aver frantumato, solubilizzato e liofilizzato lo strato madreperlaceo, gli autori hanno iniettato l’estratto di madreperla o acqua deionizzata per via intraperitoneale, una volta al giorno, ad un campione di topi.
Le cavie sono state sottoposte anche a prove fisiche e mentali tra cui nuoto forzato, test del labirinto e altre sessioni di allenamento, oltre ad alcune misurazioni per studiarne alcuni marcatori (istochimica, contenuto monoamine, elettroforesi, polimerasi). Inoltre, sono state determinate le attività antiossidanti dell’estratto cerebrale e sono stati valutati i livelli di malondialdeide utilizzando l’acido tiobarbiturico.
Per studiare l’effetto dell’estratto di madreperla sul comportamento di malattia acuta, l’assunzione di cibo e acqua è stata misurata per 24 ore dopo l’iniezione di LPS.
ESITI – L’iniezione di LPS ha ridotto l’assunzione di cibo e acqua rispetto a quella dei topi di controllo e il pretrattamento con estratto di madreperla ha recuperato l’assunzione.
L’effetto dell’estratto di madreperla era maggiore alla dose di 50 mg/kg rispetto a quella di 100 mg/kg.
Nel test di nuoto forzato, la somministrazione di LPS ha aumentato il tempo di immobilità di circa 3 volte rispetto a quello dei topi di controllo: gli autori hanno riscontrato una significativa riduzione del tempo di immobilità nei topi trattati con l’estratto di madreperla.
In generale, trattamento con l’estratto di madreperla ha migliorato i comportamenti simili alla depressione e all’ansia e ha prevenuto lo stress ossidativo aumentando l’espressione del fattore correlato al fattore nucleare E2 (Nrf2).
“Abbiamo scoperto che il trattamento con LPS diminuiva l’espressione del recettore 5-idrossitriptamina (HT) 1A e aumentava l’espressione del recettore 5-HT 2Arecettore rispetto ai topi di controllo, ma l’estratto di madreperla ha invertito i cambiamenti nell’espressione indotta da LPS. Il trattamento con LPS ha anche ridotto l’espressione del fattore neurotrofico derivato dal cervello (BDNF) rispetto ai topi di controllo e il trattamento con estratto di madreperla ha ripristinato il livello di espressione”, spiegano gli autori.
Questi risultati suggeriscono che l’estratto di madreperla presenti delle interessanti potenzialità per il benessere mentale.
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