Dieta mediterranea: una ricerca evidenzia nuovi benefici

Torna a Blog
tavolo cibo tipico dieta mediterranea frutta verdura pasta

Dieta mediterranea: una ricerca evidenzia nuovi benefici

Scioglie il grasso che si accumula nel fegato: lo rivela una ricerca condotta presso l’Università di Napoli Federico II.

Riconosciuta dall’UNESCO come patrimonio culturale e materiale dell’umanità, la dieta mediterranea è uno stile di vita che prevede l’adozione di un regime alimentare all’insegna di frutta, verdura e cereali. Mangiare bene, in modo sano e senza eccessi: la dieta mediterranea prevede una piramide alimentare dove i cibi rappresentano uno strumento attraverso cui perseguire il benessere, senza rinunciare al gusto

Esistono numerosi studi che ne hanno evidenziato benefici e azione preventiva dalle principali patologie cardiovascolari e da alcune forme di tumori, sottolineando, in generale, come l’adozione della dieta mediterranea aumenti le aspettative di vita

Una ricerca realizzata dalla Società Italiana di Diabetologia Sid presso l’Università di Napoli Federico II ha evidenziato un ulteriore beneficio legato alla dieta mediterranea: riduce il 40% del grasso che si accumula nel fegato

Gli studiosi, quindi, hanno riscontrato che un determinato regime alimentare possa ridurre i rischi legati alla steatosi epatica, ovvero l’eccessivo accumulo di grasso nelle cellule epatiche. Si tratta di una condizione molto ricorrente tra i pazienti affetti da diabete di tipo 2

La piramide della dieta mediterranea.
La piramide della dieta mediterranea.

Dieta mediterranea e steatosi epatica: la ricerca

Nello specifico, i ricercatori hanno individuato una serie di nutrienti che inducono ad una riduzione sostanziale del grasso in eccesso nel fegato:

  • Carboidrati a basso indice glicemico (legumi e cereali integrali);
  • Vitamine e polifenoli (frutta e verdura, ma anche caffè e );
  • Acidi grassi omega 3 e omega 6 (pesce e frutta secca a guscio);
  • Acidi grassi monoinsaturi (olio d’oliva).

L’agenzia di stampa ANSA.it ha raccolto le parole di Angela Albarosa Rivellese, membro della SID e professore ordinario di Scienze Tecniche Dietetiche Applicate presso l’Università Federico II: “Abbiamo effettuato sui pazienti un intervento nutrizionale controllato e si dimostra chiaramente come sia possibile ridurre di ben il 40% l’accumulo di grasso presente nel fegato di pazienti con diabete tipo 2 con una strategia nutrizionale multifattoriale, che ricorda, per molti aspetti, la vera dieta Mediterranea. Questo risultato – prosegue Angela Albarosa Rivellese – è estremamente importante dal punto di vista clinico sia per l’elevata frequenza della steatosi epatica nel diabete sia perché, almeno al momento non esistono altre strategie terapeutiche che abbiano dimostrato una tale efficacia.

FONTE: Ansa.it

LEGGI ANCHE: Frutta secca: quanta mangiarne ogni giorno?

LEGGI ANCHE: Prevenzione Alzheimer: il ruolo di uova e soia

Condividi questo post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna a Blog