Dieta chetogenica: effetti della caffeina e dei trigliceridi a catena media

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Dieta chetogenica: effetti della caffeina e dei trigliceridi a catena media

Quello della chetogenesi in chiave alimentare è uno degli argomenti più discussi negli ultimi tempi, tra nutrizione e farmaceutica: un team di ricercatori tedeschi ha valutato l’impatto a breve termine della caffeina e dei trigliceridi a catena media, conosciuti con l’acronimo di MCT, sulle diete chetogeniche. Ma andiamo per gradi.

Cosa sono le diete chetogeniche?

La dieta chetogenica è un approccio alimentare che prevede la limitazione dei carboidrati al fine di indurre l’organismo ad utilizzare l’eccesso di grasso depositato nel tessuto adiposo come una sorta di combustibile energetico, con il fine di perdere peso. Nato come percorso terapeutico per contrastare l’epilessia, questo regime alimentare si sta diffondendo a macchia d’olio scaturendo un dibattito acceso all’interno della comunità scientifica. 

Infatti, se da un lato può risultare una strategia vincente per dimagrire in quanto prevede – tra le altre cose – un maggiore consumo di calorie e di smaltimento del grasso, d’altro canto questo approccio alimentare non è esente da controindicazioni che possono essere anche piuttosto gravi poiché l’organismo viene in qualche modo “stressato” oltremodo, soprattutto fegato e reni, senza considerare possibili ripercussioni anche per muscoli e sistema nervoso.

Questa dieta può prevedere anche il consumo massiccio di alimenti grassi con una simultanea restrizione dei carboidrati in modo tale che il metabolismo passi all’utilizzo dei grassi e dei corpi chetonici. Il corpo chetonico quantitativo più importante è il ß-idrossibutirrato (ßHB), seguito dall’acetoacetato e acetone. 

Per questo motivo, prima di intraprendere la dieta chetogenica si consiglia fortemente di procedere ad un consulto medico presso un nutrizionista e di non esagerare con le limitazioni e con la durata.

Impatto della caffeina e dei trigliceridi a catena media

La chetogenesi si verifica durante la fame, il digiuno intenso o lo sforzo fisico prolungato, questo è uno dei motivi per cui la ricerca scientifica sta indagando per individuare fonti energetiche alternative ai carboidrati.

Partendo dagli esiti di alcuni studi precedenti approssimativi e parziali in cui i trigliceridi a catena media (MCT) e la caffeina sono risultati efficaci per stimolare e/o stabilizzare i livelli di corpi chetonici durante una dieta chetogenica, gli autori ne hanno indagato l’influenza adottando un approccio maggiormente clinico, con l’obiettivo di osservarne anche l’incidenza sull’appetito e la sazietà.  

Lo studio

In uno studio di intervento controllato, in doppio cieco, sette giovani soggetti sani hanno ricevuto somministrazioni di MCT (tra cui anche olio di cocco) combinate o meno al consumo di caffeina per un totale di oltre dieci interventi. Al basale e dopo ogni 40 minuti, per 4 h, sono stati misurati ßHB e glucosio nel sangue capillare e la caffeina nella saliva. Inoltre, sono stati utilizzati questionari per rilevare le proprietà sensoriali, gli effetti collaterali e la consapevolezza della fame e della sazietà. 

ESITI – Gli interventi con la caffeina hanno causato un aumento dei livelli di ß-idrossibutirrato (ßHB), in particolare gli interventi con la chetogenesi altamente influenzata da tricaprylin (C8). 

Gli autori hanno osservato una riduzione dell’effetto direttamente proporzionale all’aumento della lunghezza della catena. In generale, tutti gli interventi hanno mostrato un continuo aumento della fame e una diminuzione della sazietà, inoltre durante gli interventi si sono verificati lievi effetti collaterali.

I limiti di questo studio sono inerenti alla dimensione piccola del campione, alla sottostima della concentrazione totale di corpi chetonici, agli inevitabili errori di misurazione dovuti all’autovalutazione da parte dei partecipanti e all’influenza dei risultati sul comportamento degli stessi partecipanti. 

Sarebbero necessarie ulteriori conoscenze metaboliche per interpretare correlazioni più profonde (ad esempio, effetti collaterali, fame e sazietà). Per una comprensione migliore dei processi metabolici, il disegno dello studio era inadeguato e sono necessarie misurazioni più approfondite di acetoacetato, acidi grassi liberi e ormoni (insulina e glucagone)”, hanno aggiunto gli autori.

Tuttavia, lo studio ha dimostrato un’influenza significativa della caffeina e dei trigliceridi a catena media sulla chetogenesi che merita senz’altro ulteriori indagini.

FONTE: Journal of Nutrition and Metabolism

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