Covid-19: emergenza ansia e depressione tra operatori sanitari
Medici e infermieri in prima linea contro il coronavirus devono fare i conti anche con angoscia, ansia, depressione e insonnia: lo rivela una ricerca condotta a Wuhan e pubblicata su JAMA Network Open.
Se è vero che la lotta al coronavirus rappresenta una guerra a tutti gli effetti, è altrettanto vero che i nostri soldati al fronte, quelli in piena trincea, sono gli operatori sanitari. Medici e infermieri che affrontano ogni giorno, 24 ore su 24, questo insidioso nemico. Esposti in prima persona al rischio di contagio e alle prese con un’affluenza continua di pazienti infetti. Ospedali sovraffollati, carenza di mezzi, orari impossibili, situazioni continue di stress, ma anche l’umore dei pazienti e tutto il loro carico di preoccupazioni, angosce e timori.
Una situazione difficile da gestire soprattutto dal punto di vista emotivo e non sorprende l’esito della ricerca condotta a Wuhan tra fine gennaio ed inizio febbraio che ha evidenziato un alto tasso di ansia e depressione tra gli operatori sanitari impegnati negli ospedali cinesi contro il Covid-19.
Coronavirus e conseguenze sull’umore degli infermieri
I ricercatori, coordinati dal prof. Jianbo Lai della Zhejiang University School of Medicine, hanno osservato un campione di oltre mille operatori sanitari (quasi 500 medici e oltre 750 infermieri) impegnati nell’epicentro dell’emergenza coronavirus nelle zone più colpite della Cina, ovvero Wuahan e la provincia di Hubei.
Gli esperti hanno somministrato ai partecipanti un questionario finalizzato a valutarne i disturbi dell’umore.
L’ESITO – Angoscia, depressione, ansia e insonnia: sono risultati in quest’ordine gli stati d’animo più ricorrenti tra gli operatori sanitari alle prese con il coronavirus. Il 70% ha rivelato di provare angoscia, poco oltre del 50% ha manifestato sintomi depressivi mentre 44% e 34% hanno dichiarato di aver provato rispettivamente sintomi di ansia e insonnia.
Nello specifico, gli studiosi hanno evidenziato che i partecipanti di Wuhan rispetto a quelli della periferia di Hubei avevano maggiore probabilità di manifestare disturbi dell’umore. In generale, i sintomi depressivi sono risultati meno ricorrenti tra i medici rispetto agli infermieri.
“C’è bisogno di intervenire”
Gli autori evidenziano la necessità di prendere in considerazione l’esito della ricerca e di promuovere iniziative per proteggere gli operatori sanitari: “La protezione degli operatori sanitari è una componente importante delle misure di sanità pubblica per affrontare l’epidemia di COVID-19. Interventi speciali per promuovere il benessere mentale negli operatori sanitari esposti al COVID-19 devono essere immediatamente attuati – concludono gli autori – con donne, infermieri e operatori in prima linea che richiedono particolare attenzione”.
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