Coronavirus: test negativi per il Tocilizumab

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Coronavirus: test negativi per il Tocilizumab

L’AIFA boccia il Tocilizumab: “La sperimentazione non ha mostrato alcun beneficio”.

L’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) comunica di aver interrotto la sperimentazione sul Tocilizumab, il farmaco comunemente impiegato per il trattamento dell’artrite reumatoide e che è stato utilizzato anche come terapia per i pazienti affetti da polmonite a causa del coronavirus. Dopo i segnali incoraggianti raccolti dal prof. Paolo Ascierto, oncologo dell’Istituto Nazionale Tumori G. Pascale, l’AIFA aveva autorizzato l’avvio della sperimentazione clinica per comprendere, in laboratorio, l’efficacia di questo farmaco anche per il trattamento del Covid-19. 

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L’AIFA ha interrotto la sperimentazione sul Tocilizumab per il trattamento nella fase precoce del coronavirus a causa degli scarsi risultati in termini di benefici.

Dopo una prima fase altrettanto promettente, l’AIFA ha comunicato ufficialmente di aver sospeso la sperimentazione poiché, come si apprende dal comunicato stampa pubblicato sul portale dell’agenzia, «lo studio non ha mostrato alcun beneficio nei pazienti trattati né in termini di aggravamento (ingresso in terapia intensiva) né per quanto riguarda la sopravvivenza». Quindi, arriva ufficialmente lo stop alla sperimentazione che era stata promossa dall’Azienda Unità Sanitaria Locale-IRCCS di Reggio Emilia.

Tocilizumab e coronavirus: gli esiti della sperimentazione

I ricercatori hanno somministrato il Tocilizumab a 126 partecipanti per valutarne l’efficacia nella fase precoce del coronavirus confrontandola con la terapia standard. Come si apprende dal comunicato dell’AIFA, lo studio sui 123 di questi pazienti – dopo l’esclusione di 3 partecipanti per il ritiro del consenso – «ha evidenziato una percentuale simile di aggravamenti nelle prime due settimane nei pazienti randomizzati a ricevere tocilizumab e nei pazienti randomizzati a ricevere la terapia standard (28.3% vs. 27.0%). Nessuna differenza significativa è stata osservata nel numero totale di accessi alla Terapia Intensiva (10.0% verso il 7.9%) e nella mortalità a 30 giorni (3.3% vs. 3.2%)».

Quindi, il Tocilizumab – termina la nota – deve essere considerato un farmaco sperimentale “il cui uso deve essere limitato esclusivamente nell’ambito di studi clinici randomizzati”. 

FONTE: AIFA 

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