Coronavirus: parte test sull’uomo del vaccino finanziato da Bill Gates

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Coronavirus: parte test sull’uomo del vaccino finanziato da Bill Gates

Dopo gli esiti positivi degli studi preclinici, inizia la sperimentazione sull’uomo dell’INO-4800, il vaccino per il coronavirus finanziato dalla fondazione di Bill Gates. 

La FDA (Food and Drug Administration) ha dato l’autorizzazione a procedere con la sperimentazione umana del vaccino per il coronavirus finanziato dalla fondazione di Bill Gates, insieme alla CEPI (Coalition for Epidemic Preparedness Innovations), e sviluppato dalla casa farmaceutica INOVIO Pharmaceuticals, Inc. Non è il primo, ma il terzo vaccino ad essere ammesso alla fase di test clinico su volontari. 

Le altre due sperimentazioni riguardano un primo vaccino sviluppato dalla società di biotecnologie Moderna Inc. e dai National Institutes of Health (NIH) americani e un altro, invece, condotto su 108 cittadini sani di Wuhan in Cina: entrambe sono alla fase I, quella che prevede un campione ristretto di volontari. Prima di passare alla fase II e alla fase III, in cui verranno coinvolti migliaia di partecipanti, dovrà trascorrere un po’ di tempo.

ricercatori lavorano vaccino
Si tratta del terzo vaccino contro il coronavirus che ha superato la fase pre-clinica.

INO-4800: il vaccino del coronavirus finanziato da Bill Gates

La sperimentazione sui topi ha fornito risultati incoraggianti, infatti i roditori ai quali è stato somministrato il vaccino INO-4800 hanno sviluppato una resistenza importante al coronavirus. Esiti che hanno spinto i ricercatori ad iniettare il vaccino a 40 partecipanti sani della Florida, i quali saranno seguiti per i prossimi mesi da un’equipe della Perelman School of Medicine dell’Università della Pennsylvania. Successivamente, verranno sottoposti ad un’ulteriore iniezione. 

Questo vaccino nasce in seguito ad un altro vaccino sviluppato per contrastare il MERS, un virus molto simile a quello del SARS-CoV-2. E anche per questo vaccino, le risposte sono state positive portando a “alti livelli di risposte anticorpali” e “una risposta di cellule T in quasi il 90% dei partecipanti”

Tutte premesse che, seppur con cautela, fanno ben sperare. Intanto è stata già intensificata la produzione da parte dell’azienda farmaceutica in modo da farsi trovare pronti eventualmente i risultati dei primi test clinici ne confermassero l’efficacia.

FONTE: FanPage

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