Come agiscono i nutraceutici sul DNA?
Alla base delle malattie cardiovascolari avvengono alcune alterazioni del DNA: i nutraceutici possono innescare meccanismi di riparazione? Prova a rispondere uno studio.
Le malattie cardiovascolari sono tra le principali cause di morte in tutto il mondo. Tra i fattori di rischio cardiovascolare ci sono predisposizione genetica, cattive abitudini alimentari, fumo, ipertensione e sedentarietà. Nella progressione delle malattie cardiovascolari, si innesca un meccanismo di ossidazione che provoca danni al DNA.
Pertanto, diventa molto importante individuare strategie efficaci di prevenzione in grado di ridurre gli effetti dell’ossidazione attingendo anche dal regno vegetale: in questo senso, la nutraceutica potrebbe fornire spunti interessanti.
A questo proposito, un team di studiosi ha condotto una ricerca con l’obiettivo di indagare sui vari tipi di meccanismi di riparazione del DNA e descrivere il coinvolgimento dei nutraceutici e dei loro composti bioattivi.
Il ruolo dei polifenoli
Uno studio precedente ha indicato che i composti polifenolici come la luteolina, la quercetina e l’acido rosmarinico mostrano effetti protettivi contro il danno ossidativo del DNA nelle cellule PC12, un modello di cellula neuronale.
Altri composti polifenolici che stanno guadagnando interesse nella ricerca sono quercetina e antociani: entrambi hanno fatto registrare risultati interessanti nella correzione delle varianti del DNA associate a salute vascolare ed epatica.
Emodino
Un composto bioattivo noto per la sua funzione di riparazione del DNA è l’emodina, un composto bioattivo naturale presente nelle radici e nelle cortecce di piante, muffe e licheni.
Uno studio che utilizzava modelli di topi e cardiomiociti ha indicato che l’emodina era in grado di inibire la fibrosi cardiaca stimolando la sintesi del DNA e riducendo l’effetto citotossico del cisplatino in modo dose-dipendente.
I risultati suggeriscono che l’emodina possa indurre l’attività del NER (escissione dei nucleotidi) nelle cellule dei fibroblasti.
Alghe
Le alghe sono state studiate in studi clinici per accertare il loro ruolo nel trattamento dell’obesità e del diabete. Sia le alghe rosse che le alghe brune hanno manifestato interessanti potenzialità nella riparazione del DNA: in particolare la Pyropia haitanensis e la Sargassum fulvellum.
Flavonoidi
I flavonoidi sono una sostanza naturale disponibile in frutta, verdura, cereali, corteccia, radici, steli e fiori. Nello specifico, il kaempferolo – presente in broccoli, fagioli, cavoli e altre verdure – migliora l’attività di riparazione del DNA in quanto lega e regola il soppressore tumorale p53 mentre la miricetina – presente noci, bacche, frutta e altri alimenti naturali. protegge dalla rottura del filamento di DNA provocata dal perossido di idrogeno nelle cellule Caco-2 del colonocita umano.
Acidi grassi omega-3
L’acido grasso omega-3 come l’acido alfa-linolenico (ALA) è presente negli alimenti di origine vegetale. Gli studi hanno dimostrato che l’ALA può essere cardioprotettivo durante l’ischemia in quanto riduce la frammentazione del DNA.
Conclusioni
Ad oggi, sono ancora pochi gli studi clinici che sono stati completati e forniscono risultati basati su prodotti naturali o composti derivati, precisano gli autori.
“C’è ancora una conoscenza limitata relativa al significato dei composti bioattivi derivati da prodotti naturali nei meccanismi di segnalazione della riparazione del DNA negli esseri umani. Ciò indica la necessità di ulteriori indagini per aprire la strada a nuove scoperte di farmaci nel trattamento delle malattie cardiovascolari”, concludono.
FONTE: Journal of Functional Foods

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