Acido urico sierico e sindrome metabolica
Un team di studiosi peruviani ha indagato su una possibile correlazione tra concentrazione di acido urico sierico e insorgenza di sindrome metabolica.
Negli ultimi decenni, la diffusione della sindrome metabolica è aumentata drammaticamente al punto tale da essere considerata, a livello mondiale, uno dei più importanti fattori di rischio per le malattie cardiovascolari. Un team di ricercatori peruviani ha indagato sulla possibile correlazione tra l’insorgenza di questa condizione ed i livelli di acido urico sierico, una sostanza prodotta dal metabolismo delle purine (molecole organiche) che viene espulsa tramite urina.
In generale, un elevato livello di acido urico sierico può essere indicazione di dolori articolari o presenza di gotta, una malattia caratterizzata da continui attacchi di artrite. E alla base di questa sovrapproduzione possono esserci varie motivazioni tra cui una bassa velocità di filtrazione renale o una dieta non equilibrata.
Ritenendo il personale sanitario un importante agente della salute pubblica e della qualità della vita nelle comunità, l’equipe di ricerca ha studiato questa possibile associazione tra acido urico sierico e sindrome metabolica osservando proprio un campione di dipendenti dell’Hospital de Huaycán II-1, struttura ospedaliera ubicata nella città di Lima, in Perù.
Lo studio
I ricercatori hanno raccolto dati su caratteristiche demografiche, stile di vita, misurazioni antropometriche e dati di laboratorio attraverso questionari.
La sindrome metabolica è stata definita in base ad alcuni criteri stabiliti dalla Latin American Diabetes Association tra cui circonferenza della vita, livello di trigliceridi, colesterolo lipoproteico ad alta densità, pressione sanguigna sistolica, pressione sanguigna diastolica, glucosio a digiuno, emoglobina glicosilata e altri dati.
“Abbiamo analizzato i dati di un totale di 292 individui (202 donne e 90 uomini). L’età media dei partecipanti era di 46,2 ± 10,6 anni e i lavoratori erano in posizioni amministrative (25,3%), contatto con i pazienti (66,5%) e servizi generali (8,2%). La percentuale maggiore era di non fumatori (87,7%), aveva una buona alimentazione (71,6%), non aveva una storia familiare di diabete mellito (65,1%), riportava un consumo di alcol basso-moderato (93,5%) ed era fisicamente attivo (81,5%)”, si apprende dal paper.
ESITI – L’associazione tra acido urico sierico e sindrome metabolica è risultata significativa nelle donne, ma non negli uomini. “Abbiamo trovato prove che l’acido urico sierico è positivamente associato alla prevalenza di sindrome metabolica in una popolazione di personale sanitario in un ospedale pubblico del Perù, associazione risultata più forte nelle donne”, si legge tra le conclusioni degli autori.
Invece, un’elevata concentrazione di acido urico sierico era associata ad un aumentato livello di ipertrigliceridemia e di marker di resistenza all’insulina indipendemente dal sesso.
“Sono necessari studi longitudinali per confermare questi risultati e per determinare fattori di rischio significativi per la sindrome metabolica considerando l’ambiente culturale di ciascuna popolazione”, hanno concluso gli studiosi.
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