Zafferano: una fonte di nutrienti per la salute
Caratteristiche e usi terapeutici per il trattamento delle malattie neuropsichiatriche e di quelle legate all’età.
Il Crocus sativus L., noto come zafferano o “oro rosso”, non è soltanto un condimento per risotti. Utilizzato prevalentemente in cucina, questa pregiata spezia si sta ritagliando uno spazio sempre più importante in fitoterapia.
Lo zafferano ha una storia di 3000-4000 anni ed è stato coltivato in molte culture antiche come quella greco-romana, egiziana e persiana. La sua diffusione è avvenuta in diverse fasi storiche, fino a diventare una coltivazione importante in Europa durante il Medioevo. Oggi, i principali Paesi produttori sono Iran, Grecia, Marocco, Spagna e India.
Zafferano: botanica e coltivazione
Lo zafferano è una pianta perenne e bulbosa descritta in dettaglio dai botanici. La sua riproduzione è vegetativa e la coltivazione richiede interventi umani, preferendo climi soleggiati e terreni calcarei o argillosi. I suoi principali nemici sono alcuni animali e funghi. Nuovi metodi di coltivazione, come l’idroponia, sono in fase di sperimentazione per affrontare cambiamenti climatici e ridurre i costi.
Per ottenere mezzo chilo di zafferano ci vogliono oltre 50mila fiori, ossia la quantità che servirebbe per coprire un campo da calcio: ecco perché è la spezia più costosa al mondo. I fiori vengono raccolti a mano e gli stimmi essiccati determinano la qualità del prodotto. Lo zafferano è soggetto a rigidi standard di qualità internazionali.
La parte farmacologicamente attiva della pianta risiede negli stigmi, per la precisione all’interno dei suoi lobi (lunghi dai 3 ai 3,5 cm). I composti chimici responsabili dell’azione biologica dello zafferano sono:
- la crocina, l’elemento che conferisce il colore giallo allo zafferano;
- la picocrocina, l’elemento responsabile del gusto dello zafferano;
- il safranale, contenuto in un olio essenziale, che è il responsabile dell’odore dello zafferano.
Profilo fitochimico e proprietà fisico-chimiche
Lo zafferano contiene oltre 150 composti volatili e non volatili, tra cui carotenoidi, polifenoli e flavonoidi. I principali composti bioattivi sono crocina, crocetina, picrocrocina e safranale, che conferiscono rispettivamente colore, sapore e aroma. Le sue proprietà antiossidanti e antinfiammatorie lo rendono utile per l’industria alimentare, medica e cosmetica.
Benefici per la salute
Storicamente utilizzato per trattare varie malattie, lo zafferano ha dimostrato benefici significativi sulle malattie neuropsichiatriche come depressione, ansia e schizofrenia, oltre che su malattie cardiovascolari, oculari, neurodegenerative e diabete di tipo 2.
Effetti sulla depressione, ansia e schizofrenia
Gli estratti di zafferano e i loro componenti esercitano effetti antidepressivi attraverso l’attivazione dei sistemi serotoninergici, noradrenergici e dopaminergici nei topi. Studi clinici hanno dimostrato che 50 mg di zafferano diminuiscono i sintomi della depressione e dell’ansia, con miglioramenti maggiori se combinati con la curcumina.
Gli estratti acquosi di zafferano e il safranale hanno effetti ansiolitici attraverso l’interazione con il recettore GABA A. Le crocine alleviano il comportamento ossessivo-compulsivo nei ratti.
La crocina migliora i sintomi negativi della schizofrenia nei ratti e gli estratti acquosi di zafferano sono sicuri e ben tollerati nei pazienti schizofrenici.
Contrasto alle malattie cardiovascolari, all’ipertensione e al diabete
Lo zafferano ha proprietà antiossidanti, antinfiammatorie, antipertensive e ipolipemizzanti. Esso protegge dal danno miocardico, riduce l’aritmia ventricolare, e ha effetti neuroprotettivi sull’ischemia cerebrale. Inoltre, diminuisce i livelli di MDA e aumenta il BDNF nei pazienti con ictus ischemico.
La crocetina riduce l’ossidazione delle LDL e l’infiammazione, prevenendo la progressione dell’aterosclerosi nei modelli animali.
Gli estratti di zafferano e i suoi componenti riducono la pressione arteriosa in modelli animali e umani, principalmente attraverso l’aumento della biodisponibilità di ossido nitrico.
La crocina riduce i livelli di trigliceridi, colesterolo totale e LDL nei ratti iperlipidemici e migliorano il profilo lipidico nei pazienti con malattia coronarica.
Migliora i livelli di insulina e il profilo lipidico nei ratti obesi e resistenti all’insulina. Studi clinici hanno dimostrato che riduce significativamente la glicemia a digiuno e l’emoglobina A1c nei pazienti con diabete di tipo 2.
Contrasto alle malattie oculari, alle patologie neurodegenerative e rimedio contro la debolezza muscolare
Lo zafferano mostra potenziali effetti benefici nella degenerazione maculare legata all’età, retinopatia diabetica e glaucoma, principalmente grazie alle sue proprietà antiossidanti e antinfiammatorie.
Le crocine inibiscono l’aggregazione della beta-amiloide e migliorano le capacità cognitive nei modelli animali di Alzheimer. Studi clinici mostrano che lo zafferano è efficace nel migliorare la funzione cognitiva nei pazienti con Alzheimer da lieve a moderato. La crocetina protegge i neuroni dopaminergici nei modelli animali di Parkinson.
Migliora, inoltre, la forza muscolare e il tempo di reazione in uomini sani, allevia il dolore e la sofferenza muscolare nei ratti con osteoartrite.
In sintesi, lo zafferano e soprattutto le sue principali molecole costituenti (crocine, crocetina, picrocrocina e safranale) offrono una gamma di potenziali benefici terapeutici per diverse condizioni di salute, dalle malattie mentali e cardiovascolari alle malattie oculari e neurodegenerative.
In un contesto nutrizionale e terapeutico, il chiarimento dei meccanismi molecolari attraverso i quali lo zafferano e i suoi composti esercitano i loro effetti benefici consentirà di ottimizzarne l’efficacia e di razionalizzarne l’utilizzo a beneficio della salute umana.
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