Zafferano: le proprietà dell’antidepressivo naturale
Caratteristiche, usi terapeutici, studi scientifici e curiosità sulla spezia che aiuta l’umore.
Lo zafferano non è soltanto un condimento per risotti. Utilizzato prevalentemente in cucina, questa pregiata spezia si sta ritagliando uno spazio sempre più importante in fitoterapia come rimedio naturale per le lievi alterazioni dell’umore. Alcuni studi recenti, infatti, hanno riscontrato che l’azione antidepressiva dello zafferano è paragonabile a quella del farmaco, il Prozac, per le situazioni cliniche meno gravi.
Saporito, alleato del benessere e ricco di storia, andiamolo a scoprire meglio:
- Zafferano: caratteristiche e proprietà terapeutiche
- Zafferano: l’antidepressivo naturale
- Antidepressivi allo zafferano: dove acquistarli
- Lo zafferano tra storia e leggenda
- Controindicazioni
- Bibliografia

Zafferano: caratteristiche e proprietà terapeutiche
Si ricava dagli stigmi essiccati di un fiore, il Crocus Sativus L., una pianta bulbosa appartenente alla famiglia delle Iridaceae originaria dei Paesi orientali ma che fiorisce anche in Italia, soprattutto nella parte centrale dello stivale (Abruzzo, Emilia Romagna, Marche, Toscana). Vengono piantati in estate, a cavallo tra luglio e agosto, mentre si raccolgono, di norma, nel mese di ottobre. I fiori hanno un colore viola pallido mentre gli stigmi sono arancioni.
Per ottenere mezzo chilo di zafferano ci vogliono oltre 50mila fiori, ossia la quantità che servirebbe per coprire un campo da calcio: ecco perché è la spezia più costosa al mondo.
La parte farmacologicamente attiva della pianta risiede negli stigmi, per la precisione all’interno dei suoi lobi (lunghi dai 3 ai 3,5 cm). I composti chimici responsabili dell’azione biologica dello zafferano sono:
- la crocina, l’elemento che conferisce il colore giallo allo zafferano;
- la picocrocina, l’elemento responsabile del gusto dello zafferano;
- il safranale, contenuto in un olio essenziale, che è il responsabile dell’odore dello zafferano.
Come vedremo in seguito, è soprattutto l’azione di questi tre elementi a rendere lo zafferano un ansiolitico e un antidepressivo naturale, ma non è l’unica caratteristica che lo rende un alleato del benessere. Diversi studi ne hanno evidenziato altri effetti positivi per la salute, tra cui quello di incrementare la memoria e l’apprendimento. E non solo. Ancora più rilevanti sono gli studi che hanno evidenziato il ruolo dello zafferano nella prevenzione e nella lotta ai tumori. Come rivela una ricerca pubblicata sul Journal of Agricultural and Food Chemistry, il merito è della crocetina e della sua capacità di ridurre la produzione di lattato (LDH) nelle cellule tumorali.
Zafferano: l’antidepressivo naturale
Lo zafferano vanta un’appartenenza millenaria alla medicina orientale. L’uso più antico in campo medico risale a oltre 3600 anni fa quando veniva impiegato prevalentemente come farmaco per le sue diverse proprietà terapeutiche, tra cui quelle ansiolitiche e antidepressive. Studi clinici recenti hanno scientificamente dimostrato queste caratteristiche, evidenziando l’efficacia dell’estratto di zafferano nel trattamento dei lievi disturbi dell’umore.
Gli studi scientifici
Gli effetti dello zafferano sulla depressione possono riassumersi con tre studi scientifici condotti dall’Università di Teheran, in Iran.
Il primo studio risale al 2004 e ha coinvolto 30 soggetti, dai 18 ai 55 anni, con depressione lieve e moderata (punteggio di almeno 18 sulla scala di Hamilton). I ricercatori hanno somministrato ai pazienti un estratto secco di zafferano per sei settimane riscontrando effetti terapeutici analoghi a quelli dell’imipramina, uno dei farmaci più diffusi per il trattamento clinico della depressione.
Un anno dopo, utilizzando lo stesso dosaggio e prendendo in considerazione lo stesso arco temporale, lo studio condotto dal team di ricercatori coordinato da Shahin Akhondzadeh ha dimostrato la superiorità dello zafferano rispetto al placebo nella cura della depressione lieve. Rispetto al placebo, infatti, l’estratto secco di zafferano, titolato in safranale, diminuiva sensibilmente il punteggio di Hamilton dei pazienti da 23 a 10. Il placebo, invece, si limitava ad una riduzione da 23 a 18.
Lo zafferano come il Prozac nel trattamento della depressione lieve e moderata: questa, invece, è la conclusione di un altro studio accademico, condotto sempre nel 2005. Dopo aver somministrato a due gruppi di pazienti sia l’estratto di zafferano che la fluoxetina, ovvero il principio attivo del Prozac, i ricercatori iraniani hanno osservato che l’efficacia terapeutica era praticamente la stessa. Inoltre, il 20% dei soggetti a cui veniva somministrato il Prozac soffriva di disfunzione erettile, un effetto collaterale piuttosto comune per chi assume antidepressivi, al contrario dei pazienti sottoposti allo zafferano.
Successivamente sono stati condotti ulteriori studi che hanno evidenziato la migliore tollerabilità dello zafferano rispetto al classico antidepressivo. In generale, è stato rilevato che gli elementi contenuti negli stigmi, soprattutto crocina e safranale, incidono in maniera virtuosa sui meccanismi di produzione della dopamina, noradrenalina e serotonina, ovvero i responsabili biologici del tono dell’umore.

Antidepressivi allo zafferano: dove acquistarli
Sul mercato esistono diverse soluzioni e si possono acquistare presso le farmacie, le parafarmacie ed i negozi on-line. Se sei interessato ad un antidepressivo naturale per le lievi alterazioni dell’umore a base di zafferano, melissa e semi di griffonia, potrebbe interessarti il nostro prodotto Giano, indicato per il trattamento dei disturbi ansioso depressivi di entità lieve e moderata.
Lo zafferano tra storia e leggenda
Lo zafferano riveste un ruolo di primo piano nella cultura e nella medicina orientale. Non a caso, il termine zafferano proviene dal persiano (za’farān) e fa riferimento all’oro, alla luce e alla saggezza rivelata. È opinione diffusa, infatti, che la sua terra d’origine sia il Kurdistan, in Asia Minore, tuttavia alcuni studiosi sostengono che fosse già presente in Messico in età preistorica.
Anticamente, il Crocus Sativus era conosciuto soprattutto come medicamento e profumo. I medici egizi lo prescrivevano per curare mal di testa, malattie intestinali e respiratorie. Semiramide, leggendaria regina assiro-babilonese, faceva coltivare zafferano nei giardini pensili per ricavare essenze profumate. La sua fragranza veniva molto apprezzata negli empori dell’antica Gerusalemme per la preparazione di profumi per uso liturgico. I greci, invece, lo importavano dall’oriente per realizzare oli profumati e per applicazioni di aromaterapia.
Allo zafferano sono sempre state attribuite doti afrodisiache. Secondo la leggenda greca, dalla passione di Zeus ed Era spuntavano fiori zafferano dal prato su cui giacevano. Nell’antico Egitto, invece, era alla base della preparazione del kupha, un intruglio assunto anche dai faraoni per risvegliare il desiderio sessuale.
Controindicazioni
La Commissione E tedesca riporta che dosi elevate (5-10 g), distanti da quelle terapeutiche, possono provocare aborto, vertigini ed emorragie diffuse. È controindicato in gravidanza.
Bibliografia
- Zafferano. Storia, miti e scienza. Salute, bellezza e cucina. Ricette, segreti e sfizi, Gianfilippo Pietra, Apogeo, 2010.
- Farmacognosia: Botanica, chimica e farmacologia delle piante medicinali, Francesco Capasso, R. de Pasquale, G. Grandolini, Springer, 2011.
- Sei quel che mangi. Il cibo che salva la vita, Michael Greger, Baldini + Castoldi, 2016.
- Dizionario di fitoterapia e piante medicinali II edizione, Enrica Campanini, Tecniche Nuove, 2006.
- Erbe officinali e piante medicinali, Leo De, Alberto Tucci, youcanprint, 2015.
- Fitoterapia. Impiego razionale delle droghe vegetali, Francesco Capasso, Giuliano Grandolini, Angelo A. Izzo, Springer Verlag, 2006.
Lascia un commento