Setaria italica e potenzialità antitumorali

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Setaria italica e potenzialità antitumorali

Uno studio ha sottolineato gli effetti antitumorali di un cereale chiamato Panico, conosciuto anche come Setaria italica. In particolare, la sua capacità di inibire la proliferazione delle cellule del cancro al seno.

Il Panico, un cereale noto anche come Setaria italica e coltivato principalmente nelle regioni aride dei paesi asiatici e africani, sembra avere delle spiccate potenzialità antitumorali. Nello specifico, due sostanze che si ricavano da questo cereale – la vitexina fitochimica e l’acido siringico – hanno manifestato un’interessante capacità di ridurre e contrastare la proliferazione delle cellule del cancro al seno.

La scoperta è piuttosto interessante considerando che il cancro al seno è il tumore maligno più frequentemente diagnosticato nelle donne. 

Lo studio

Gli autori hanno estratto i polifenoli derivanti dalla crusca di Setaria italica, effettuando diversi test in vitro ed in vivo per linee cellulari di carcinoma mammario umano. 

ESITI –  Gli studiosi hanno riscontrato che la Setaria italica è in grado di inibire la proliferazione delle cellule del cancro al seno limitando la sintesi della membrana cellulare sopprimendo la conversione degli acidi grassi saturi (SFA) in acidi grassi monoinsaturi (MUFA). 

Meccanicamente, la Setaria italica riduce il livello della proteina 78 regolata dal glucosio (GRP78), che inibisce ulteriormente l’espressione di SREBP-1 e SCD1 bersaglio a valle”, precisano i ricercatori andando più sul “tecnico”.

Come accennato in precedenza, il merito di questi effetti antitumorali sembrano riconducibili alle attività virtuose di vitexina e acido siringico, due composti bioattivi dalle spiccate potenzialità terapeutiche. 

Questi risultati, concludono gli autori, legittimano ulteriori studi sull’eventuale integrazione alimentare della Setaria italica come strategia di supporto per contrastare il cancro al seno, con un focus sulla possibilità di sviluppare nuovi farmaci a partire dai due principi attivi rilevati in questi test.

FONTE: Journal of Functional Foods

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