Ruditapes philippinarum e proprietà antipertensive
Uno studio condotto sui topi ha evidenziato l’azione ipertensiva dei composti bioattivi contenuti nella Ruditapes philippinarum, conosciuta anche come vongola verace, quando fermentata con il Bacillus subtilis, il bacillo del fieno.
Conosciuta anche come vongola verace, la Ruditapes philippinarum ha manifestato – in diversi studi – significative proprietà antiossidanti con benefici per la pressione sanguigna, e non solo. Questa famiglia di molluschi appartenente alla famiglia delle Veneridae viene ampiamente allevata e distribuita nei mercati ittici di tutto il mondo, ma in modo particolare presso le coste asiatiche e americane.
Le ricerche precedenti condotte sulla Ruditapes philippinarum avevano evidenziato le potenzialità terapeutiche dei suoi peptidi in seguito a processo di idrolisi. In particolare, gli esiti ottenuti avevano manifestato un’azione antiossidante, antitumorale, antibatterica e, come accennato prima, antipertensiva quando fermentata insieme al Bacillus subtilis, il bacillo (batterio) presente nel Natto, una delle pietanze più rappresentative del Giappone. Questo batterio Gram-positivo è conosciuto dalle nostre parti anche come bacillo del fieno o dei pascoli.
Ruditapes philippinarum e azione antipertensiva: lo studio
Dopo aver ottenuto esiti promettenti da uno studio condotto in vitro, gli autori hanno voluto analizzare gli effetti della Ruditapes philippinarum fermentata con il Bacillus natto sulla pressione sanguigna attraverso una sperimentazione sui topi.
ESITI – I risultati hanno mostrato una significativa riduzione sia della pressione sistolica che diastolica riconducibile alla somministrazione dei peptidi derivanti dalla vongola verace fermentata con il bacillo. Inoltre, gli studiosi hanno riscontrato un miglioramento complessivo della condizione di reni, aorta toracica e cuore dei ratti ipertesi dopo 8 settimane di trattamento.
Non solo. Secondo gli autori, l’estratto a base di vongola verace migliorerebbe anche il microbiota intestinale contribuendo ad incrementare la quantità di Ruminococcaceae, una famiglia di batteri che fa bene all’organismo.
Esiti che hanno fornito una base teorica per il potenziale impiego della Ruditapes philippinarum come alimento funzionale e che spianano la strada alla sperimentazione umana.
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