Plumbago zeylanica (Citraka) : proprietà e usi terapeutici

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Plumbago zeylanica (Citraka) : proprietà e usi terapeutici

Si tratta di una pianta che cresce in ambienti tropicali impiegata soprattutto nella medicina popolare indiana.

Si chiama Plumbago zeylanica (o Citraka) e sembra avere un potenziale fitoterapico davvero interessante. Parliamo di una pianta abbastanza sconosciuta dalle nostre parti che cresce in ambienti tropicali e subtropicali (soprattutto Australia e India) più volte attenzionata dalla ricerca per i vari utilizzi popolari presso diverse comunità locali. 

Nella medicina popolare indiana, infatti, viene impiegata per molteplici trattamenti, in particolare per le malattie della pelle, dolori reumatici, infiammazioni e anemie da anchilostoma, ma anche come un efficace ringiovanente naturale.

Un team di studiosi della Shoolini University, in India, ha condotto una revisione su alcune delle più importanti ricerche effettuate sulla Plumbago zeylanica, così da analizzare a fondo – dal punto di vista scientifico – le sue proprietà farmacologiche.

Proprietà e componenti bioattivi della Plumbago zeylanica

P. zeylanica contiene metaboliti secondari tra cui flavonoidi, alcaloidi, saponine, glicosidi, tannini, steroidi, tritorenoidi, carboidrati e cumarine, ma è soprattutto una fonte di plumbagina, un naftochinone prodotto dalle piante che presenta diverse proprietà farmacologiche.

Tra gli effetti esercitati dalla pianta, diversi autori hanno riscontrato proprietà antimicrobiche (in particolare Escherichia Coli), antinfiammatorie (riduzione dolori, gonfiori e vertigini), antitumorali (diminuendo il livello lipidico di perossidazione) e attività epatoprotettive (aumento dell’esochinasi e diminuzione della glicemia -6 – fosfatasi epatica, fosfatasi acida sierica).

Dai dati raccolti, è chiaro che la pianta ha un grande potenziale per curare varie malattie e necessita di più ricerca e sviluppo per esplorare le sue proprietà farmacologiche e l’impatto socio-economico”, concludono gli autori.

Un altro studio, invece, ne ha evidenziato la capacità di sopprimere l’angiogenesi correlata alle cellule progenitrici endoteliali. In altre parole, sarebbero in grado di bloccare la formazione di vasi sanguigni che portano nutrimento alle cellule tumorali.

Un motivo in più per la ricerca di indagare a fondo su questa preziosa pianta officinale. 

FONTE: International Journal for Research in Applied Sciences and Biotechnology

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