Peperoncino selvatico e proprietà antielmintiche
L’estratto ricavato dal frutto del Capsicum chacoense, noto dalle nostre parti con il nome di peperoncino selvatico, sembra avere un interessante potenziale farmacologico grazie alla sua inedita composizione biochimica.
Il Capsicum chacoense è una pianta molto diffusa nella regione del Chaco Central del Paraguay ed i frutti che maturano da questo arbusto, noti dalle nostre parti con il nome di peperoncini selvatici, rappresentano importanti fonti alimentari. In base agli esiti di ricerche recenti, il peperoncino selvatico sembra possedere un’elevata concentrazione di sostanze che fanno bene alla salute, in particolare di capsantina, un carotenoide dalla spiccata azione antiossidante.
La composizione dei prodotti derivati da frutti autoctoni che crescono nella regione del Chaco, in condizioni climatiche avverse, scarse precipitazioni e terreno salino, è molto limitata, per cui le loro proprietà nutritive e nutraceutiche sono sconosciute nella loro forma di consumo abituale, così come le loro potenziali applicazioni.
Ecco perché un team di ricercatori paraguaiani ha riservato a questo frutto un approccio scientifico volto a studiarne approfonditamente composizione biochimica ed eventuali qualità farmacologiche.
Metodo ed esiti dello studio
I frutti selvatici di C. chacoense sono stati raccolti nel marzo 2019 presso il dipartimento dell’Alto Paraguay, da due popolazioni arboree.
La campionatura dei frutti interi è stata effettuata manualmente e sono stati essiccati per 10 giorni al sole, secondo la consueta procedura utilizzata dalle popolazioni autoctone.
Una volta essiccati, i frutti sono stati pestati in un mortaio di legno e trasferiti in appositi contenitori in laboratorio. Per le determinazioni analitiche, i campioni sono stati omogeneizzati in un robot da cucina e conservati a -20°C.
Gli autori hanno provveduto a ricavare anche un estratto metanolico del frutto al fine di rilevare eventuali effetti virtuosi per l’organismo.
ESITI – I peperoncini selvatici schiacciati sottoposti al tradizionale trattamento post-raccolta hanno un alto contenuto di fibra alimentare, forse dovuto all’elevato numero di semi e alla scarsa quantità di polpa.
Il frutto ha mostrato un grande potenziale nell’industria alimentare come aroma grazie alla massiccia presenza di capsaicinoidi e coloranti naturali dovuto all’elevata concentrazione di carotenoidi.
Invece, gli estratti di metanolo ricavati dal peperoncino selvatico hanno evidenziato una spiccata attività antielmintica, ovvero un’azione virtuosa contro gli elminti, dei parassiti particolarmente insidiosi per la salute pubblica che rappresentano una vera e propria minaccia nei Paesi poveri e in via di sviluppo.
FONTE: International Journal of Food Science

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