Oleuropeina ed effetti positivi sul fegato grasso
Uno studio a firma di un’equipe di ricerca italiana ha studiato in vivo l’azione epatoprotettiva e antiossidante dell’oleuropeina, un polifenolo presente nelle olive verdi e nelle foglie di ulivo.
La steatosi epatica non alcolica è una delle forme di malattia epatica cronica più diffuse tra la popolazione occidentale ed è considerata la manifestazione epatica della sindrome metabolica, motivo per cui oggi è riconosciuta anche come malattia del fegato grasso associata al metabolismo.
Un team di ricercatori italiani provenienti da vari centri accademici ha approfondito ulteriormente il possibile ruolo dell’oleuropeina, il principale composto polifenolico presente nelle olive verdi e nelle foglie di ulivo, nel prevenire e contrastare questa condizione potenzialmente rischiosa per la salute. “I nostri precedenti lavori hanno dimostrato che l’oleuropeina è in grado di diminuire l’accumulo di grasso e di contrastare i danni legati allo stress ossidativo”, scrivono gli autori.
Attraverso questo studio, gli scienziati nostrani hanno valutato i possibili effetti positivi dell’oleuropeina sullo squilibrio dell’omeostasi del rame e sul danno epatico glicativo associato al fegato grasso attraverso uno studio in vivo condotto su topi alimentati con dieta ricca di grassi.
Oleuropeina ed azione anti-steatosi epatica
Gli autori hanno osservato 12 topi alimentati con dieta normale o dieta ricca di grassi per 16 settimane. Successivamente, 32 topi femmine e maschi alimentati con dieta normale o ricca di grassi per 8 settimane, aggiungendo una somministrazione di oleuropeina per le successive 8 settimane.
ESITI – L’oleuropeina ha manifestato la capacità di legare il rame e di diminuire lo stress ossidativo, innescando innescando diversi meccanismi enzimatici virtuosi per l’organismo. Inoltre, ha evidenziato un’azione antiossidante, antinfiammatoria e anti-glicazione.
Oltre a stimolare virtuosamente i meccanismi legati all’AMPK, un enzima fondamentale per la gestione del glucosio, e non solo, i topi che hanno ricevuto l’oleuropeina hanno visto una più lenta progressione della steatosi epatica non alcolica.
“Il nostro lavoro dimostra che l’omeostasi del rame ha un ruolo chiave nello squilibrio della via del metilgliossale correlato ad una dieta ricca di grassi e la somministrazione precoce di oleuropeina, agendo come un chelante naturale del rame, potrebbe essere in grado di proteggere il fegato dagli effetti pro-ossidanti e pro-glicativi dei grassi”, si legge tra le conclusioni dei ricercatori italiani.
In attesa di ulteriori studi clinici che possano chiarire ulteriormente il potenziale ruolo dell’oleuropeina nel rallentare la progressione del fegato grasso.
FONTE: American Clinical Journal of Nutrition

Lascia un commento