La mela rosa dei Monti Sibillini è utile contro i disturbi renali

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La mela rosa dei Monti Sibillini è utile contro i disturbi renali

Lo rivela uno studio condotto sui topi e pubblicato sulla rivista Food & Function.

L’estratto di mela rosa dei Monti Sibillini, una varietà tipica della zona marchigiana, ha rivelato importanti potenzialità di prevenzione dalle complicazioni dell’ischemia renale e, più in generale, dei disturbi renali tra cui il danno da riperfusione. A rivelarlo è uno studio condotto sui ratti e pubblicato sulla rivista scientifica Food & Function

La mela rosa marchigiana, infatti, è ricca di antiossidanti e proprietà antinfiammatorie tanto da renderla – come rivelato dagli stessi ricercatori – una potenziale fonte di nutraceutici per la prevenzione di malattie cardiovascolari e per la gestione dei disturbi renali

Le mele rosa dei Monti Sibillini hanno rivelato importanti potenzialità di prevenzione dei disturbi renali.

Mela rosa dei Sibillini e disturbi renali: lo studio sui topi

Gli esperti hanno analizzato l’effetto degli estratti idroalcolici sia della buccia, sia della polpa della mela rosa dei Monti Sibillini. Dopo la somministrazione degli estratti, gli studiosi hanno osservato una significativa riduzione dei livelli di malondialdeide (MDA), di TNFα (fattore di necrosi tumorale-α), di interleuchina 1 beta e di fattore nucleare-κB

Il merito è da attribuire alla massiccia presenza di antiossidanti dalle forti potenzialità antinfiammatorie tra cui le proantocianidine e i flavonoli.

“Risultati che certificano la qualità di questo frutto”

L’agenzia di stampa Ansa.it ha raccolto le parole di Filippo Maggi, professore della Scuola di Scienze del Farmaco e dei Prodotti della Salute e tra gli autori della ricerca realizzata in collaborazione con la Baqiyatallah University of Medical Sciences di Teheran: “Dimostra (si riferisce alla ricerca, ndr) come la mela rosa dei monti Sibillini possieda importanti proprietà antiossidanti e antinfiammatorie ed abbia tutte le carte in regola per poter essere utilizzata come fonte di prodotti nutraceutici da impiegare per la prevenzione di malattie cardiovascolari e neurodegenerative”.

Tali risultati – conclude il prof. Maggi – contribuiscono a certificare le qualità di questo antico frutto incentivando la valorizzazione e la coltivazione nel territorio dei monti Sibillini, anche a vantaggio dell’economia del territorio stesso”.

FONTE: Royal Society of Chemistry

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