Lobaria pindarensis Räsänen e potenzialità anti-Alzheimer
Questo lichene commestibile dell’Himalaya ha evidenziato interessanti proprietà antinfiammatorie particolarmente efficaci per contrastare l’Alzheimer.
Un recente studio scientifico ha gettato luce su una promettente scoperta nel campo dell’etnomedicina: il lichene Lobaria pindarensis Räsänen, che cresce nell’Himalaya, potrebbe essere un rimedio efficace per combattere l’infiammazione e l’aggregazione proteica associata alla malattia di Alzheimer.
Questo lichene, che è stato utilizzato per anni come medicina tradizionale dai popoli dell’Himalaya, si è dimostrato non solo commestibile ma anche dotato di potenziali benefici per la salute umana.
L’infiammazione è una risposta fisiologica del nostro corpo a una varietà di fattori, come infezioni, traumi e malattie. Tuttavia, nel caso dell’Alzheimer, la risposta infiammatoria nel cervello è strettamente correlata alla patologia legata all’accumulo di fibrille di Aβ, che sono considerate una delle cause principali della malattia.
Le cellule microgliali attivate, che si trovano vicino alle placche di Aβ, sono coinvolte nell’infiammazione cerebrale. Pertanto, bloccare l’aggregazione di Aβ potrebbe rappresentare una strategia terapeutica efficace per il trattamento dell’Alzheimer.
Esiti dello studio
Lo studio ha dimostrato che gli estratti di Lobaria pindarensis e i suoi principali componenti chimici, noti come depsidoni, hanno la capacità di sopprimere l’infiammazione e l’aggregazione delle fibrille di Aβ in colture cellulari trattate con LPS o Aβ 42.
Nello specifico, i risultati hanno mostrato una significativa riduzione dell’espressione di mRNA e proteine delle citochine infiammatorie nelle cellule immunitarie trattate con gli estratti di erbe e i depsidoni (con p <0,05 a p <0,001). Inoltre, è stato osservato un miglioramento della funzione fagocitotica delle cellule microgliali e una disgregazione delle fibrille di Aβ in modo dose-dipendente.
Questi risultati indicano che gli estratti di Lobaria pindarensis potrebbero avere un grande potenziale nel trattamento dell’infiammazione e dell’aggregazione proteica associata all’Alzheimer. Ciò li rende un candidato promettente per lo sviluppo di integratori alimentari salutari per i pazienti affetti da questa malattia debilitante. Inoltre, gli estratti di Lobaria pindarensis sono stati valutati come sicuri e ben tollerati dalle cellule immunitarie e dalle cellule microgliali sottoposte a trattamenti con LPS e Aβ 42.
“È interessante notare che i licheni sono sempre più utilizzati come fonti di composti bioattivi con potenziali effetti terapeutici. L’incremento della vendita di licheni sul mercato per la medicina popolare e i prodotti alimentari che promuovono la salute ha portato a una crescente preoccupazione per la raccolta eccessiva. Tuttavia, il fatto che Lobaria pindarensis sia una specie comune ed endemica nell’Himalaya e che sia considerata sicura, offre una grande opportunità per sfruttarne le proprietà medicinali senza mettere a rischio la sua sopravvivenza”, scrivono gli autori.
È importante sottolineare che lo studio è stato condotto solo su colture cellulari, quindi ulteriori ricerche e studi in vivo sono necessari per confermare l’efficacia di Lobaria pindarensis nel trattamento dell’Alzheimer. Inoltre, il lavoro futuro dovrebbe mirare all’estrazione di ulteriori ingredienti attivi dai licheni e alla coltivazione artificiale o fermentazione per ridurre la dipendenza dalle risorse naturali limitate.
L’approfondimento delle ricerche su questa specie di lichene potrebbe portare alla scoperta di nuovi rimedi e integratori alimentari per migliorare la qualità di vita dei malati di Alzheimer, offrendo un approccio terapeutico più sicuro ed efficace rispetto ai farmaci convenzionali.
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