Lippia citriodora e Hibiscus sabdariffa riducono l’appetito

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Lippia citriodora e Hibiscus sabdariffa riducono l’appetito

Un prodotto nutraceutico a base di estratti ricavati da queste due piante ha manifestato interessanti potenzialità nella regolazione dell’appetito.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, sovrappeso e obesità rappresentano delle serie minacce per la salute a livello mondiale, una vera e propria emergenza cresciuta soprattutto negli ultimi decenni. Anche per questo motivo la ricerca sta concentrando i propri sforzi per individuare nuove prospettive di prevenzione per limitare questo trend. 

Su questo filone si muove lo studio di un team di ricercatori spagnoli, pubblicato su European Journal  of Nutrition, sugli effetti di un estratto polifenolico composto da frazione polifenolica di due piante per la riduzione dell’appetito: Lippia citriodora e Hibiscus sabdariffa, due estratti che in studi precedenti avevano manifestato una capacità nello stimolare il senso di sazietà.

Lo studio

Gli autori hanno osservato l’efficacia di un nutraceutico composto dall’estratto di entrambe le piante in un intervento clinico cross-over, controllato con placebo, su un campione di 33 partecipanti in sovrappeso. Lo studio è stato diviso in due periodi di 60 giorni separati da un periodo di wash-out di 30 giorni. 

ESITI – Il consumo di 500 mg al giorno di estratto polifenolico misto di Lippia citriodora e Hibiscus sabdariffa per 60 giorni in soggetti sovrappeso ha confermato una significativa diminuzione della sensazione di appetito e della composizione corporea, con marcata riduzione dell’apporto calorico durante un pasto ad libitum, migliorando anche il profilo lipidico.

Per quanto a nostra conoscenza, questo è il primo studio a mettere in relazione la sazietà misurata sia dagli ormoni che dalle scale di sazietà in momenti diversi durante un periodo di tempo stabilito tra i pasti. Considerare l’evoluzione è importante perché alcuni ormoni come la grelina o il GLP-1 hanno una vita attiva breve, regolando la quantità di cibo consumato in un determinato pasto. Analizzando l’evoluzione in momenti diversi durante il test, non sono state riscontrate differenze significative tra i trattamenti nella maggior parte degli ormoni”, precisano gli autori. 

Che aggiungono: “Tuttavia, nonostante la variazione riportata sugli ormoni legati alla fame, il presente studio si è concentrato sulla sensazione di sazietà ma non sulla regolazione ormonale. Pertanto, sarebbe interessante sviluppare la ricerca futura con una metodologia più appropriata e focalizzata sulla variazione degli ormoni stessi come principale parametro di ricerca”.

FONTE: European Journal of Nutrition

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