Il peperoncino fa bene al cuore: riduce il rischio di mortalità
Protegge da infarti e ictus: lo rivela uno studio italiano pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology. Un’altra ricerca ha evidenziato ulteriori benefici per la longevità associati al consumo di peperoncino.
Il peperoncino protegge il cuore e dimezza il rischio di mortalità cardiovascolare: è quanto suggerisce uno studio italiano pubblicato sulla rivista scientifica Journal of the American College of Cardiology. I ricercatori coordinati dalla professoressa Marialaura Bonaccio, primo autore dello studio ed epidemiologa del Neuromed di Pozzilli, hanno indagato sull’associazione tra consumo di peperoncino, alimento tipico della dieta mediterranea, e rischio di mortalità osservando i dati provenienti da un ampio campione di partecipanti adulti.
Peperoncino e mortalità cardiovascolare: lo studio
Gli esperti hanno condotto analisi longitudinali su 22.811 uomini e donne del Molise, il periodo di osservazione è durato in media poco più di 8 anni. L’assunzione di peperoncino è stata misurata attraverso il questionario EPIC (European Prospective Investigation Into Cancer) somministrato ai partecipanti. La frequenza sul consumo è stata suddivisa in tre categorie:
- nessuna/consumo raro (fino a 2 volte alla settimana);
- da 2 a 4 volte a settimana;
- più di 4 volte a settimana.
L’ESITO – Durante il periodo di follow-up sono stati riscontrati circa 1200 decessi. Gli studiosi hanno calcolato l’incidenza del consumo di peperoncino sulle morti cardiovascolari constatando che:
- mangiare il peperoncino 4 volte alla settimana ha ridotto il rischio di morte del 23%;
- ha ridotto il rischio di morte per infarto del 40%;
- ha ridotto il rischio di morte per ictus del 60%.
L’associazione tra consumo di peperoncino e mortalità complessiva è risultata più accentuata nei soggetti senza ipertensione.
Tramite le dichiarazioni riportate dall’agenzia di stampa Ansa.it, la dott.ssa Bonaccio ha sottolineato un aspetto piuttosto rilevante, ovvero che “la protezione assicurata dal peperoncino è indipendente dal tipo di dieta, ovvero sia che si mangi in modo sano, sia che si scelga un’alimentazione meno sana, l’effetto protettivo del peperoncino è uguale per tutti”.
Un alleato della longevità: lo conferma un’altra ricerca
Oltre al rischio di ictus e infarto, il peperoncino abbassa anche la mortalità per cancro: in sintesi, questo è l’esito di uno studio preliminare che verrà presentato in occasione delle sessioni scientifiche 2020 organizzate dall’American Heart Association. Esiti che confermano quanto evidenziato da altre ricerche precedenti, alcune delle quali avevano sottolineato l’effetto virtuoso della capsaicina, un composto chimico dalla proprietà analgesiche e lenitivo, per il suo effetto antinfiammatorio, antitumorale e antiossidante.
I ricercatori hanno analizzato i dati di quasi 5 mila studi condotti sul peperoncino attingendo da cinque database sanitari per un totale di oltre 570 mila persone tra Stati Uniti, Cina, Iran e Italia.
ESITI – Dal punto di vista statistico, sono emersi tre vantaggi significativi per la salute legati al consumo di peperoncino:
- riduzione del 26% della mortalità cardiovascolare;
- riduzione del 23% della mortalità per cancro;
- riduzione del 25% della mortalità per tutte le cause.
Risultati promettenti ma che necessitano di ulteriori conferme, come ammettono gli stessi ricercatori. In particolare, il dottor Bo Xu – cardiologo della Cleveland Clinic’s Heart, Vascular & Thoracic Institute e coordinatore dello studio – ai microfoni di NewsWeek ha manifestato il suo stupore per gli esiti ottenuti, invitando però alla prudenza.
“Le ragioni esatte e i meccanismi che potrebbero spiegare i nostri risultati, tuttavia, sono attualmente sconosciuti. Pertanto, è impossibile affermare con certezza che mangiare più peperoncino può prolungare la vita e ridurre i decessi, soprattutto per fattori cardiovascolari o cancro. Sono necessarie ulteriori ricerche, in particolare prove da studi controllati randomizzati, per confermare questi risultati preliminari”.
Intanto, in attesa delle prossime rivelazioni scientifiche sulle potenzialità terapeutiche del peperoncino, non sembra una cattiva idea includere un po’ di piccantezza alla propria routine alimentare.
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