Frutto del noni e azione anti-obesità
Un polisaccaride presente nel frutto del noni sembra aiutare la gestione del peso corporeo ed esercitare effetti positivi per il microbiota intestinale.
Il noni (Morinda citrifolia) è una pianta tropicale originaria delle isole del Pacifico impiegata tradizionalmente dalle popolazioni del luogo anche per scopi terapeutici, in particolare per trattare una varietà di malattie, tra cui dolori articolari, infiammazioni, febbre e malattie della pelle.
Considerate le sue presunte proprietà antinfiammatorie, uno studio recente ha esplorato le potenzialità del polisaccaride del frutto del noni: composto bioattivo che ha manifestato in ricerche precedenti molteplici effetti antinfiammatori, antiossidanti, immunomodulatori e antitumorali.
Gli autori della ricerca, un team di studiosi della Guangdong Pharmaceutical University, avevano l’obiettivo di indagare l’influenza del polisaccaride ricavabile da questo frutto sul microbiota intestinale e sul metabolismo degli acidi biliari, ma anche per esplorare i meccanismi molecolari degli effetti ipolipemici emersi in una ricerca precedente.
Lo studio
Ventiquattro topi maschi sono stati divisi casualmente in tre gruppi: gruppo di controllo normale, gruppo con dieta ricca di grassi e gruppo di somministrazione di NFP (polisaccaride del frutto di noni). Le cavie sono state analizzate una volta al giorno per 12 settimane. Sono stati ottenuti e analizzati i pesi corporei, i parametri lipidici sierici, le proteine correlate agli acidi biliari (BA), il BA fecale e i batteri fecali dei topi.
ESITI – I risultati indicano che l’integrazione del polisaccaride del frutto di nodi (200 mg/kg·pc) ha ridotto il peso corporeo, l’apporto energetico, oltre ai lipidi sierici e epatici dei topi alimentati con una dieta ricca di grassi.
“La NFP ha attivato il recettore farnesoide X epatico e del colon e ha aumentato l’escrezione di BA coniugati nelle feci, in particolare acido tauro-alfa-muricolico e acido tauro-beta-muricolico”, hanno osservato gli autori.
Inoltre, il polisaccaride ha modulato il microbiota intestinale e aumentato l’abbondanza relativa di Lactobacillus nei topi sottoposti ad alimentazione grassa.
“Questo studio ha dimostrato che la NFP ha esercitato effetti ipolipemizzanti e dimagranti migliorando il microbiota intestinale, promuovendo l’escrezione di BA e attivando la via intestinale FXR-FGF15 e l’FXR epatico. Tuttavia, l’interazione tra batteri intestinali e BA non è stata discussa in questo studio. Il BSH è uno dei mediatori dell’interazione tra microbiota intestinale e BA”, concludono gli autori.
Pertanto, ulteriori studi devono essere condotti in questo campo.
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